Mercoledì 2 gennaio circa cinquanta Gilets Jaunes si sono incontrati per accendere delle candele a Place de la Concorde a Parigi, in ricordo delle 10 persone morte e dei numerosi feriti – alcuni gravi – dall’inizio del movimento dei Gilet Gialli, il 17 novembre.
È intervenuta la polizia che ha messo in stato di fermo, interrogato e posto in “guarde à vue” Eric Drouet, uno delle persone di maggior spicco della proteste a cui recentemente il leader della France Insoumise ha ringraziato con un post dal suo profilo.
È il suo secondo arresto. Il primo era avvenuto alcune settimane fa, con tre differenti accuse, durante una giornata di protesta in tutta la Francia. Per questo verrà processato in giugno.
Si tratta dell’ennesimo atto intimidatorio contro il movimento ed i suoi esponenti, denunciato da più parti.
Oramai il diritto di manifestazione in Francia si è notevolmente ridotto, come ha denunciato a più riprese anche Amnesty Internationale, ed il diritto di cronaca di chi cerca di documentare le violenze della polizia viene fortemente messo in discussione, come denunciato da un numero incalcolabile di operatori dell’informazione e da associazioni di categoria; e questo anche senza parlare delle violenze poliziesche, ormai all’ordine del giorno.
Il composito movimento in Francia esprime con forza la necessità di una maggiore giustizia sociale e il bisogno di radicali trasformazioni politiche e coinvolge – con proprie rivendicazioni – studenti delle medie superiori e dell’università, nonché parti importanti del sindacalismo combattivo.
È una boccata d’ossigeno in questa UE sempre più incline alla politica di austerity e alla xenofobia.
Per questo chiediamo la liberazione di Eric e l’amnistia – come chiesto anche un deputato del PCF – per i gilets gialli, cui vengono sempre più spesso comminate pene assurde per la partecipazione al movimento.