Fonte: Agi
di Paolo Molinari
Intervista a Viola Carofalo, numero uno della formazione di estrema sinistra, che inizia a guardarsi intorno in vista delle Europee
“Ci danno sopra Liberi e Uguali, è vero, ma i sondaggi sono sondaggi e quel movimento, con tutto il rispetto, è bollito, non è una risposta che può funzionare”. Voce squillante, accento napoletano ed eloquio di chi è abituato a parlare in assemblea massimizzando il poco tempo a sua disposizione, Viola Carofalo non ha alcuna intenzione di brindare a un risultato sorprendente – a sentirla – solo per gli osservatori esterni. Nato nel dicembre 2017, il movimento che guida ha fatto registrare alle politiche un sorprendente 1,6 per cento ed è cresciuto velocemente e costantemente nei sondaggi fino a questo 2,5 che si lascia indietro anche il partito fondato tra gli altri da Massimo D’Alema, Pier Luigi Bersani e Guglielmo Epifani. Che i sondaggi lascino il tempo che trovano, dice all’AGI, “è una premessa doverosa. Non è detto che i sondaggi si traducano in voti”. Rimane, però, il dato di una crescita inaspettata.
Qual è il segreto di questo successo?
“Non siamo coperti da Tv e altri media e, se siamo riusciti a fare tutto questo, è perché il lavoro sui territori funziona: noi facciamo dalle 30 alle 35 iniziative alla settimana sui territori, un lavoro di base che sta pagando. C’è poco da brindare, comunque. Almeno fino a quando non saremo arrivati a livelli alti di consenso”.
Quale sarà il livello che legittimerà il brindisi?
“Siamo nati a dicembre, pochi mesi fa, stiamo lavorando per strutturarci, stiamo raccogliendo adesioni in tutta Italia”. Presentato come un movimento molto radicato a Napoli, città in cui è nato, e in Campania, Potere al Popolo, infatti, ha raccolto velocemente le firme necessarie a correre alle elezioni in poco tempo. “È vero che siamo nati a Napoli, città che ha dimostrato in questi anni di avere un passo diverso, ma fin da subito le assemblee territoriali sono partite un po’ ovunque, da Nord a Sud. È bello perché, fino ad oggi, sembrava che niente del genere fosse possibile a Sud di Roma”.
Il prossimo passo saranno le Europee del 2019?
“Dobbiamo decidere se, come e con chi andare”, spiega Carofalo: “De Magistris si sta preparando. Io auspico che Potere al Popolo possa presentarsi in maniera diretta con la propria piattaforma. Ma cè da discutere, da decidere insieme. Le elezioni sono importanti, ma non sono l’unico obiettivo. Dobbiamo lavorare lì dove altri hanno fallito. Davanti abbiamo una prateria perchè il Movimento 5 stelle ha deluso scegliendo Salvini e tanti si sono astenuti. Noi continueremo a fare opposizione sociale sui territori”.
Il 2,6 per cento di voti, tuttavia, è un pacchetto che può far gola a molti.
“Ma noi non siamo un pacchetto, non lo dobbiamo essere perché, è dimostrato, se ti presenti come ‘pacchetto’ ti trattano come tale e. al limite, rimedi qualche poltrona”.
Il rapporto con la politica dal basso, le associazioni, i movimenti per la casa, come è cambiato?
“Con i movimenti No Tav e No Tap abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto e così con i movimenti sociali in Italia. Non tutti vedono la via elettorale come strumento. Per noi lo è. Ma ci interessa soprattutto interloquire con le associazioni, i gruppi anti sfratto, i gruppi di acquisto”.