Fonte: Lettera 43
di Peppino Caldarola
L’immobilismo dei dirigenti di sinistra in questo periodo storico non ha precedenti. Così Liberi e uguali ha aperto la strada alla crescità di Potere al popolo.
Tranne pochissimi casi, non leggo mai parole allarmate di leader di sinistra su quel che sta accadendo. Non vorrei essere frainteso: tanti dichiarano contro il governo, contro il razzismo, contro Matteo Salvini e poi Luigi Di Maio. Ma non si percepisce mai il senso della drammaticità della situazione nella sinistra. Io ho già scritto come la penso. Credo che serva una rivoluzione contro l’establishment di sinistra e una dotazione culturale che parta da un pensiero che inglobi la critica globale del capitalismo.
Penso che anche se l’attuale maggioranza di governo ha sondaggi favorevoli, non credo siano dati definitivi perché molti contrasti li divideranno e molti punti di crisi sono già aperti fra alcuni di loro e porzioni di elettorato. Penso, infine, che la caduta di questa maggioranza di destra possa avvenire se si rianima una destra costituzionale che prende la bandiera della moderazione e la impugni con severità e aggressività. Non vedo, invece, fatti nuovi a sinistra a parte la buona, anzi ottima, volontà di alcuni, Maurizio Martina per primo. Prendiamo il caso del sondaggio che dà Potere al popolo in sorpasso su Liberi ed uguali. Viola Carofalo si sta mangiando Pietro Grasso.
TROPPO SILENZIO DA PARTE DI DIRIGENTI E INTELLETTUALI DI SINISTRA
Avete letto un commento, una analisi, un cenno di preoccupazione in quella decina di parlamentari che hanno occupato manu militari le liste escludendone, ad esempio, il medico di Lampedusa Pietro Bartolo? Avete letto una presa di posizione di Pietro Grasso e di altri maggiorenti che abbiamo cercato di dare una spiegazione e si siano offerti di elaborare una strategia? Che si siano, come si diceva una volta, messi in gioco? Niente. Io ricordo bene la crisi del Psiup, piccolo partito denso di personalità eccezionali che ruppe con il Psi quando nacque il primo centro-sinistra organico. Era un partito vero ma era al tempo stesso un amalgama malriuscito in cui però c’era gente che veniva dai Quaderni Rossi, dal socialismo, c’erano sindacalisti alla Vittorio Foa, assieme a “carristi” alla Tullio Vecchietti e Dario Valori. Fu una campagna elettorale malriuscita, che non elesse neppure un parlamentare, a segnare la morte di quel partito che era già stato ucciso dal suo gruppo dirigente “carrista” che, a differenza del Pci, scelse i sovietici nello scontro su Praga. Tuttora, però, raccogliamo i testi apparsi nelle riviste, nei giornali pubblicati in quegli anni e vissuti poco tempo, cerchiamo i discorsi di tanti intellettuali di sinistra e di tanti giovani (in quel partito c’erano Peppino Impastato e Mauro Rostagno, un genio assoluto) e troviamo il senso del tempo, la drammaticità del tempo. I dirigenti di LeU avranno preso, in questi mesi, una dose tripla di Tavor perché non si scompongono. Il sorpasso di Potere al Popolo continuerà ad accrescere le distanze.
È ovvio che un elettorato di sinistra di fronte ad azioni esemplari preferirà questo gruppo a chi è solo chiacchiere e distintivo. Tuttavia – lo sottolineava tempo fa Antonio Bassolino in un seminario di Italianieuropei – questa assenza di drammaticità, questa incomprensione del ruolo che bisogna svolgere di fronte alla storia e ai propri errori spiegano perché questa classe dirigente non potrà fare nulla di buono. Da un lato i renziani sono, ormai, una buffa setta che nega l’evidenza (come il famoso colonnello Buttiglione del film di Mino Guerrini (del 1973), dall’altra gli anti-renziani (non tutti, ci sono molte eccezioni) si sono specializzati in convegnistica, e aspettano che il Movimento 5 stelle si “ravveda”. Non era mai successo che la sinistra stesse così ferma, così attonita, così priva di iniziativa in tutti questi decenni repubblicani. Ripeto, mai. Siamo assediati da citazioni di Bernie Sanders e di Jeremy Corbyn, ma nessuno che dica che cosa è il socialismo italiano. Accade perciò che se andate in mezzo alle persone vere, in molte città ci troverete solo quelli di Potere al Popolo. Spesso ne ho parlato bene, spesso li ho criticati, cosa che loro non sopportano. Continuerò a fare l’una cosa e l’altra. Con rispetto, perché, vivvadio, loro almeno si muovono.