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[LATINA] Lettera ai sindaci della provincia

da Potere al Popolo Latina

Spettabili sindaci della provincia di Latina

In queste ore molti sindaci si stanno pronunciando contro la legge di Salvini, votata a testa bassa anche dai 5 Stelle, dicendo che nelle loro città non sarà applicato, alludendo a forme di disobbedienza civile. Le conseguenze della Legge di Salvini le vivremo sulla nostra pelle, visto che non solo penalizza i nostri amici, fratelli, compagni di lavoro, ma è un regalo alle mafie, prevede pene severe per chi osa protestare etc. Noi di Potere al Popolo daremo quindi tutto il nostro appoggio a chi vuole far trionfare l’umanità e la solidarietà contro le leggi ingiuste.
Allo stesso tempo non vogliamo però che queste dichiarazioni siano pura propaganda politica. Alle dichiarazioni bisogna far seguire i fatti. La legge di Salvini può già da subito essere contrastata. Ecco pochi, semplici, provvedimenti che possono essere presi immediatamente: vogliamo che i comuni riprendano ad assegnare le residenze anagrafiche ai richiedenti asilo; vogliamo che i sindaci mettano subito a disposizione il patrimonio immobiliare dei comuni, per istituire dormitori pubblici e fronteggiare l’emergenza sociale del decreto; vogliamo una politica di accoglienza capillare e non gestita dai privati.
In questi anni ci siamo battuti contro la povertà e l’emarginazione in tutte le città d’Italia.
Anzi, in diverse città, da mesi, ben prima dell’entrata in vigore del DL Salvini, stiamo lottando per il ripristino del diritto alla residenza, che ad oggi risulta essere sospeso per la maggior parte dei senza fissa dimora, italiani o stranieri che siano, con conseguente esclusione dalla possibilità di ottenere diritti minimi e fondamentali come quello alla salute, attraverso l’impossibilità di accedere alle cure mediche di base, e come quello al welfare attraverso l’impossibilità di effettuare domanda per il REI.
Chiediamo quindi ai sindaci della provincia di seguire l’esempio di Latina e Cori di non applicare il decreto in questione e quindi di aderire alla rete dei comuni che chiede la revisione del decreto.
Auspichiamo che sindaci vengano a parlare con noi, che cerchiamo nei territori, di portare avanti avanti pratiche di integrazione e di solidarietà, per concertare insieme soluzioni concrete, riguardanti le problematiche in questione.

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