Potere al popolo! condivide e sostiene l’appello di Lisbona per una “rivoluzione democratica” in Europa, lanciato da Jean Luc Melenchon de la France Insoumise, Pablo Iglesias di Podemos e Catarina Martens del Bloco de Esquerda portoghese.
Un appello importantissimo, proposto da tre delle forze popolari e di alternativa più grandi d’Europa, a cui non possiamo sottrarci. E’ infatti nostro scopo, come dice l’appello, che “i popoli d’Europa si uniscano con il compito di costruire un movimento politico internazionale, popolare e democratico per organizzare la difesa dei nostri diritti e della sovranità dei nostri popoli di fronte a un ordine vecchio, ingiusto e sotto scacco che ci porta dritti al disastro”!
Crediamo che in Italia come in Europa occorra rompere con le politiche di austerità e neoliberiste, che hanno arricchito i pochi e impoverito la maggioranza dei popoli europei. Occorre rompere con i trattati che hanno istituzionalizzato il modello neoliberista del dumping sociale e fiscale, dell’attacco ai diritti del lavoro e creato una Europa al solo servizio delle banche e delle multinazionali.
Potere al popolo! è nata per restituire la sovranità democratica al popolo, alla maggioranza che subisce gli effetti della crisi. Condividiamo pienamente quindi la necessità di ribellarsi a quest’ordine europeo ingiusto, che produce disuguaglianze, guerra, distruzione ambientale.
Dobbiamo rompere i trattati militari che ci vincolano ad una follia guerrafondaia che non condividiamo. Uniamo i popoli europei contro la guerra, il neoliberismo, la discriminazione di genere e il razzismo, per un futuro di giustizia sociale, pace, libertà.
Dobbiamo dare una speranza alle generazioni future. Per questo, compagne e compagni di Podemos, France Insoumise, Bloco de Equerda, Potere al popolo è con voi!
Qui il testo integrale della dichiarazione.
“Ora il popolo! Per una rivoluzione democratica in Europa”
L’Europa non è stata mai così ricca come oggi. Non è mai stata nemmeno così diseguale. Dieci anni dopo l’esplosione di una crisi finanziaria per la quale i nostri popoli non avrebbero mai dovuto pagare, noi constatiamo oggi che i governanti europei hanno condannato i nostri popoli a un decennio perduto.
L’applicazione dogmatica, irrazionale ed inefficace delle politiche d’austerità non è riuscita a risolvere nessuno dei problemi strutturali causati da questa crisi. Al contrario, ha generato un’immensa sofferenza inutile per i nostri popoli. Con il pretesto della crisi e dei suoi piani d’aggiustamento, i governanti hanno provato a smantellare il sistema dei diritti e delle protezioni sociali che sono stati ottenuti con decenni di lotte. Loro hanno condannato intere generazioni di giovani alla migrazione, alla disoccupazione, alla precarietà e alla povertà. Hanno colpito con una crudeltà particolare i più vulnerabili, che sono quelli che hanno più bisogno della politica e dello Stato. Hanno cercato di abituarci a che ogni elezione si trasformi in una scelta tra uno status quo liberale o la minaccia dell’estrema destra.
È arrivata l’ora di rompere il giogo dei trattati europei che impongono l’austerità e favoriscono il dumping fiscale e sociale. È arrivata l’ora in cui quelli che credono nella democrazia superino una nuova tappa per rompere questa spirale inaccettabile. Noi dobbiamo mettere un sistema ingiusto, inefficace e insostenibile al servizio della vita e sotto il controllo democratico dei cittadini. Noi abbiamo bisogno di istituzioni al servizio delle libertà pubbliche e dei diritti sociali, che sono la base materiale stessa della democrazia. Noi abbiamo bisogno di un movimento popolare, sovrano, democratico, che difenda le migliori conquiste delle nostre nonne e dei nostri nonni, delle nostre madri e dei nostri padri, che possa tramandare alle generazioni future un ordine sociale giusto, funzionante e sostenibile.
In questo spirito, d’insubordinazione di fronte allo stato attuale delle cose, di rivolta democratica, di fiducia nella capacità democratica dei nostri popoli di fronte al progetto defunto delle élite di Bruxelles, noi facciamo oggi a Lisbona un passo avanti. Lanciamo un appello ai popoli d’Europa perché si uniscano con il compito di costruire un movimento politico internazionale, popolare e democratico per organizzare la difesa dei nostri diritti e della sovranità dei nostri popoli di fronte a un ordine vecchio, ingiusto e sotto scacco che ci porta dritti al disastro.
Quelli che vogliono la difesa della democrazia economica, contro i grandi truffatori e contro l’1% che controlla più ricchezza che tutto il resto del pianeta; della democrazia politica, contro quelli che fanno risorgere le bandiere dell’odio e della xenofobia; della democrazia femminista, contro un sistema che discrimina ogni giorno e in tutti i campi della vita, la metà della popolazione; della democrazia ecologista, contro un sistema economico insostenibile che minaccia la continuità stessa della vita sul pianeta; della democrazia internazionale e della pace, contro quelli che vogliono costruire di nuovo un’Europa di guerra; coloro che condividono la difesa dei diritti umani e i principi elementari del vivere bene troveranno in questo movimento la loro casa.
Ne abbiamo abbastanza di sperare. Ne abbiamo abbastanza di credere in quelli che ci governano da Berlino e da Bruxelles. Mettiamoci all’opera per costruire un nuovo progetto di organizzazione per l’Europa. Un’organizzazione democratica, giusta ed equa che rispetti la sovranità dei popoli. Un’organizzazione all’altezza delle nostre aspirazioni e dei nostri bisogni. Un’organizzazione nuova, al servizio del popolo”.