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Cosa fare ora? Alcune indicazioni dopo l’assemblea di domenica scorsa

Assemblea a roma del 18 marzo | Potere al Popolo

Domenica 18 marzo è successo qualcosa che non ha precedenti. Nonostante una tornata elettorale difficile, che ci ha visto combattere, con pochi mezzi, voto su voto, circa 1500 persone da tutta Italia si sono ritrovate e hanno festeggiato i primi 4 mesi di vita di “Potere al Popolo!”, facendo un bilancio non solo delle elezioni, ma di tutto il processo organizzativo, e avanzando proposte su come farlo andare avanti sempre meglio.

L’entusiasmo su e giù dal palco era palpabile, la voglia di proseguire enorme, così come enorme la consapevolezza che, nella crisi economica, politica e culturale del nostro paese, “Potere al Popolo!” rappresenta un punto di tenuta, una comunità resistente, una leva a disposizione di chiunque non voglia accettare questo presente di ingiustizie, la possibilità di un futuro diverso.

Qualcuno ha detto che domenica è stata una seconda nascita, perché solo ora che è passata la scadenza elettorale, con la sua emergenzialità, con le sue paure e i suoi riti, possiamo andare a costruire davvero “Potere al Popolo!”, radicandolo sui territori, allargandolo ad altre persone, rendendolo sempre più aperto, democratico, coordinato ed efficace…

Lo scopo delle prossime righe è proprio questo: raccogliere, sintetizzare e schematizzare le proposte formulate all’assemblea e nel ricco dibattito post-elettorale, per avere un’indicazione chiara su come procedere ora.

1. I territori

Il nostro percorso si è caratterizzato sin dall’inizio per il motto “potere ai territori!”. Dopo anni di politica calata dall’alto, di cui le candidate e i candidati “paracadutati” sono stati l’emblema, noi abbiamo deciso di fare tutto al contrario, sviluppando – unici in Italia – circa 150 assemblee territoriali che hanno potuto scegliere le loro e i loro rappresentanti e decidere in autonomia le forme e le pratiche della loro campagna elettorale. Si tratta ora di continuare a dare forza a queste assemblee che sono la spina dorsale, i muscoli e il cuore del nostro movimento.

Le assemblee infatti sono luoghi di democrazia reale: consentono di incontrarsi, di fare comunità, di discutere della politica nazionale e locale e degli orientamenti che deve assumere “Potere al Popolo!”, ma soprattutto di organizzarsi nella pratica, per dare voce alle classi popolari, per aiutare le lotte sul proprio territorio, per realizzare iniziative di carattere artistico e culturale.

All’indomani del 4 marzo, molte delle assemblee si sono subito riconvocate, vedendo – incredibilmente – la partecipazione di più persone di quante c’erano prima del voto. In questi giorni altre decine si sono ritrovate quasi spontaneamente. Si tratta, ora, di riconvocare le assemblee ovunque non sia ancora successo, e di farle andare avanti con regolarità.

A questo proposito, valgono le indicazioni dei mesi passati: le assemblee vanno convocate pubblicamente, dalle pagine e dal sito di “Potere al Popolo!”, almeno 5 giorni prima del loro svolgimento, e vanno adeguatamente promosse, con inviti, volantinaggi, mailing list etc. Devono cercare di essere inclusive, anche verso realtà e singoli che non siamo riusciti a coinvolgere durante la campagna elettorale, ma soprattutto fattive: tutto deve essere pensato sia per incentivare la partecipazione di quante più persone interessate è possibile, sia per produrre azioni concrete e interventi nella realtà.

Il 18 marzo ci siamo lasciati con diverse proposte di attivazione. Ogni assemblea è chiamata a discutere di queste proposte e di realizzarle sul proprio territorio, secondo le specifiche esigenze.

a) Il mutualismo e l’apertura di “Case del Popolo”

Nella crisi, le persone perdono il lavoro, le istituzioni tagliano servizi, lo Stato non riesce più a rispondere ai bisogni. Questo produce nella nostra classe depressione e rabbia, che viene trasformata dagli imprenditori della paura e del razzismo, in guerra fra poveri. Urge far saltare questa dinamica, invertirla, intervenire su questa realtà in maniera concreta, perché il senso del nostro movimento è quello di essere utili, di rendere consapevoli le classi popolari della loro forza attraverso l’azione, di trasformare in meglio la realtà senza aspettare.
Il mutualismo ci appare per questo un grande strumento. Lungi dall’essere assistenzialismo, negli ultimi dieci anni è riuscito – anche se a macchia di leopardo – a produrre risposte, radicamento sociale delle realtà politiche, coinvolgimento di strati popolari nella lotta, autorganizzazione dei soggetti. Il mutualismo non è soltanto un servizio specifico, ma un modo di organizzarsi che permette alle militanti e ai militanti di fare inchiesta e stabilire una connessione sentimentale e materiale con la classe, che permette di sperimentare forme di partecipazione e persino autogoverno, e che produce anche risultati politici, di adesione a un’idea e a un gruppo umano. Come dimostra proprio questa tornata elettorale: i seggi e i quartieri dove abbiamo preso più voti sono quelli dove esistono sedi, pratiche, riconoscibilità dei militanti.

“Potere al Popolo!” deve dunque da subito lanciare una campagna per aprire interventi di tipo mutualistico o, dove già esistono, rinforzarli e metterli in connessione fra loro. Ogni territorio ha la sua specificità, quindi ogni assemblea territoriale sceglierà le attività da intraprendere: ambulatorio popolare, doposcuola, corsi, palestre, teatro, sale prove autogestite, sportelli legali per la casa, per le e i migranti, per il lavoro, picchetti antisfratto, raccolta di abiti per i senza tetto o di recupero alimentare per le famiglie povere, ciclofficine…
“Potere al Popolo!” cercherà di socializzare, attraverso il suo sito, le informazioni legali e il sapere pratico necessario a portare avanti questo tipo di attività. Inoltre cercherà di coordinare a livello nazionale questo tipo di interventi, in modo da renderli più efficaci.

Per far partire queste attività si possono usare – se c’è accordo unanime e se gli spazi vengono vissuti in maniera aperta – sedi di associazioni, collettivi, realtà politiche che si vogliono mettere a disposizione. Ma possono anche essere aperte nuove sedi, da connotare come “Case del Popolo”, luoghi aperti alla cittadinanza, dove chiunque possa trovare riparo, indicazioni, supporto.

b) Il sostegno alle lotte

Ovviamente, a fianco al mutualismo, le assemblee territoriali devono dare sostegno alle lotte già aperte sul territorio e svilupparne di nuove. “Potere al Popolo!” deve essere vicino a chiunque lotti per difendere il proprio posto di lavoro, l’ambiente, la scuola o la sanità pubblica, per migliorare le condizioni di vita della collettività. Sostegno, promozione e organizzazione delle lotte sociali e sindacali fanno parte dell’essere profondo di “Potere al Popolo!” e sono un terreno di azione politica diretta dentro il quadro istituzionale che si sta profilando nel nostro paese. Vincere anche una piccola vertenza è fondamentale per costruire coscienza civica e di classe e per andare oltre la frammentazione dei singoli e delle realtà. Invitiamo quindi le nostre militanti e i nostri militanti a intervenire nelle lotte con determinazione e creatività, a dialogare con tutte le realtà di lotta, offrendo supporto concreto e diffusione di queste vicende a livello nazionale attraverso il sito.
Ogni territorio sceglierà su quali lotte impegnarsi: è importante però che dia notizia della sua attività attraverso il sito di “Potere al Popolo!”, nella parte dedicata ai “Territori”, scrivendo a media@poterealpopolo.org.

c) Le campagne nazionali

C’è infine un terzo campo di intervento che le assemblee territoriali dovrebbero portare avanti: le campagne nazionali. Anche queste servono a connotare il nostro movimento e a farlo incidere nella società. Le campagne possono essere proposte da noi o possiamo decidere di sostenere quelle di altri. Al momento le campagne che abbiamo deciso di sostenere sono la Legge di Iniziativa Popolare per la Scuola della Costituzione e quella per la modifica dell’articolo 81 della Costituzione (pareggio di bilancio). Ci sembrano due proposte importanti. Con la prima andiamo a proporre una riforma della Scuola dal basso, volta a tutelarne i principi di equità, formazione critica, laicità. In questa campagna faremo vivere il nostro programma sull’istruzione, chiedendo l’abrogazione della legge 107 (la “Buona Scuola”), l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro, l’eliminazione dei test INVALSI, la riqualificazione della scuola pubblica a partire dagli stipendi di chi ci lavora. Con la seconda campagna, invece, attacchiamo quello che è il dispositivo che oggi impedisce la spesa sociale e viene usato come arma di ricatto per strangolare le classi popolari: il principio del pareggio di bilancio, anche laddove lede dei diritti fondamentali dei cittadini. Parallelamente a questa campagna faremo emergere la nostra opposizione alle misure economiche di austerità imposte dall’UE.
Sul sito di “Potere al Popolo!” troverete a breve tutte le informazioni per poter organizzare la raccolta firme.

2. Gli strumenti di partecipazione online

“Potere al Popolo!” vuole essere un progetto innovativo anche nelle forme e nei modi del fare politica. Sappiamo che per distanze, esigenze di lavoro o familiari, molte persone non possono fisicamente partecipare alle assemblee o essere sempre attive. E tuttavia ci teniamo che possano contribuire allo sviluppo del movimento, all’approfondimento del programma, alla diffusione delle nostre proposte, esprimendosi sugli orientamenti che dobbiamo assumere. Per questo stiamo ragionando sulla costruzione di:

a) un forum di dibattito online. Il forum sarà attivo a breve sul sito di “Potere al Popolo!”, vi si accederà con una registrazione gratuita, e su questo forum ci saranno diversi temi di discussione, sia di ambito nazionale che territoriale. Si potranno porre domande e avere risposte su come organizzare il mutualismo, le vertenze etc.

b) una piattaforma online che potrà consentire il dibattito politico, la costruzione condivisa di materiali, la decisione secondo criteri di democrazia diretta. Quale piattaforma scegliere, visto che ci sono tanti modelli a disposizione, sarà a sua volta oggetto di un dibattito e di un confronto sul forum.

3. L’organizzazione che vogliamo

Tante persone si stanno avvicinando in queste settimane a “Potere al Popolo!”. Si va da militanti di vecchia data a giovani alla prima esperienza, da persone interessate all’attività sociale di base fino a quelle più interessate al dibattito specifico su temi su cui è necessaria anche una grande competenza. “Potere al Popolo!” vuole essere un’opportunità e una risorsa per tutte e tutti. Questa grande mole di disponibilità va subito organizzata e non dispersa. Ma è chiaro che il modo in cui dobbiamo organizzarci, gli strumenti, le modalità decisionali, vanno verificati collettivamente. Vogliamo un’organizzazione democratica e trasparente, in cui i territori, le associazioni e le reti di base possano far sentire la loro voce ed essere dirigenti.

Per questo ribadiamo che il Coordinamento Organizzativo che ha finora messo in rete i territori e le forze sociali e politiche ha un carattere solo temporaneo, che cesserà nell’arco di pochi mesi: appena saranno trovati, tramite la piattaforma e l’individuazione del corpo collettivo, gli strumenti, sarà eletto dalla base un nuovo Coordinamento.

Siamo di fronte a una sfida incredibile: creare nuove forme di organizzazione diverse da quelle che abbiamo conosciuto, che mettano al centro del processo i collettivi e non i “capi”. Su questa strada c’è tutto da inventare, da discutere, da amalgamare. Per questo pensiamo che ci serva un nuovo incontro nazionale, stavolta di più ampio respiro, in cui i territori possano confrontarsi ed esprimersi sulle questioni più importanti. Pensiamo a una due giorni da tenersi verso metà maggio, in cui il lavoro dei prossimi due mesi possa nuovamente essere messo a bilancio, corretto, e potenziato con maggior coordinamento.

Speriamo che queste indicazioni possano essere utili a tutte e tutti. Come sempre, sarà la pratica a mostrarci la strada e ci farà capire cosa migliorare, per migliorarci. L’importante ora è agire, radicarci, lottare. Perché ci sono davvero tante, troppe cose da sistemare in questo paese!

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