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Incontro con due attiviste indigene argentine: i popoli in lotta scrivono la storia!

Martedì 26 Giugno a Roma abbiamo incontrato Myriam Sotelo e Maria Teresa Tripailaf, compagne argentine e militanti di base della CTEP.
Entrambe appartenenti a comunità indigene native del Sudamerica, Myriam e Maria Teresa ci hanno raccontato la situazione complessa dei loro territori e l’avanzamento delle loro lotte.

Myriam, Guaranì della zona di Corrientes, è una dei leader della comunità di Yahavere. La sua popolazione, i Guaranì, abita Los Esteros Del Iberà, il secondo bacino di acqua dolce del Paese, da sempre. Sono una comunità rurale e ogni aspetto della loro vita e della loro cultura ruota intorno al territorio. Myriam come anche Maria Teresa definisce “ancestral” la relazione che hanno con la “tierra”. La lotta di Myriam inizia nel 2005 quando un gruppo di aziende straniere con la complicità dei governi locali iniziano ad espropriare i Guaranì dei loro terreni. In un primo momento la comunità reagisce in maniera passiva allo sbando causato dalla perdita dei terreni.
Il primo risultato dell’attività di Myriam è proprio quello di ricostruire l’identità comunitaria e organizzare l’opposizione agli espropri. Le loro forme di lotta vanno dai piccoli sabotaggi alle occupazioni e (a differenza dei guarnì brasiliani, ad esempio) sono prevalentemente non violente.

Il loro risultato principale è stato il recupero di 1000 ettari di terra. Attraverso l’occupazione e la difesa dei terreni infatti sono riusciti a far riassegnare i territori espropriati dalle imprese alla comunità Yahavere. Nel medio e lungo termine lottano per la riappropriazione della terra e la ricostruzione identitaria. Ad oggi sono attivi in 6 villaggi (e altri 4 si stanno organizzando). La loro azione politica si realizza con la pratica sui territori di attività mutualistiche (sono riusciti in questo modo a contrastare il fenomeno dei “punteros” mafiosi locali referenti della politica nazionale).
Maria Teresa, Mapuche, proviene dalla Patagonia. E’ lonko (capo) della sua comunità e il suo percorso politico è praticamente identico a quello di Myriam anche se l’avanzamento delle loro lotte è più lento. I Mapuche della Patagonia sono vittime di espropriazione da parte di un gruppo di aziende che fa capo a Benetton (principale latifondista in argentina). La loro organizzazione si batte contro l’occupazione territoriale e cerca di costruire identità comunitaria dando risposte concrete ai bisogni sociali. Ma la loro azione è molto più complessa sia per ragioni culturali che strutturali. Una volta espropriati i terreni i padroni infatti non soltanto sfruttano il lavoro degli indigeni più deboli (quelli che non sono letteralmente in grado di leggere e scrivere) ma li tengono fisicamente segregati in baraccopoli all’interno delle loro installazioni produttive. I militanti dell’organizzazione si trovano così molto spesso impossibilitati anche solo a contattare i lavoratori. E’ per questo che una delle principali strategie messe in campo è l’educazione di base.

Le compagne argentine invece hanno chiesto informazioni sulla nostra organizzazione e sul progresso delle nostre lotte. Gli abbiamo raccontato dell’esperienza dell’Ex Opg di Napoli, di Potere al Popolo! e delle elezioni. Abbiamo parlato della Val Susa e di come a migliaia di chilometri di distanza e contesti completamente diversi ci si ritrovi a combattere le stesse battaglie. Al termine di un incontro molto intenso e proficuo ci siamo scambiati reciproca solidarietà e supporto, consapevoli di avere un nemico da sconfiggere ma la certezza che a combattere siamo sempre di più. Hasta siempre!

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