Lunedì 23 settembre ci ha lasciati il compagno Guillermo Almeyra Cáceres.
Incontrare Guillermo ha significato conoscere in prima persona uno degli interpreti più nobili dell’internazionalismo rivoluzionario del Novecento: un liceale argentino che ha iniziato a fare politica opponendosi alla dittatura di Pedro Pablo Ramirez nell’Argentina del 1943 e da allora non ha mai smesso. Ha continuato a lottare nonostante la repressione lo abbia costretto ad una vita di fughe verso nuovi campi di battaglia, dall’Argentina la Brasile, poi in Perù, Bolivia, Messico, Italia, Francia, Libia, Algeria e Yemen del Sud. Ha accettato di vivere quattro anni lontano dalla propria compagna di vita senza che questa sapesse nemmeno in che parte del mondo lui si trovasse, ha vissuto in prima persona tutti i contrasti interni al fronte rivoluzionario senza venir meno ai propri principî ma senza trasformare la divergenza in rancore, malgrado tutto; si è sempre trovato su posizioni eretiche rispetto al movimento comunista internazionale ma senza mai cadere nel settarismo e nell’incomunicabilità con chi perseguiva i suoi stessi obiettivi, malgrado i colpi bassi spesso ricevuti da compagni e governi che lo vedevano come un pericolo. Guillermo Almeyra è diventato negli anni uno storico e politologo raffinato che ha saputo coniugare gli spunti di ricerca più interessanti delle scuole italiana, francese e messicana, abituato da sempre ad un esercizio di critica costante convinto della necessità di lottare sia intellettualmente che fisicamente senza sosta su scala planetaria continuando “a solidarizzare costantemente coi popoli, molto meno con i governi”.
A novanta anni si è gettato con entusiasmo nella creazione di Potere al Popolo Marsiglia ospitando diverse riunioni nel suo splendido salotto bianco e turchese dove si respirano a pieni polmoni sia l’America Latina che il Mediterraneo, esortando i compagni a non scoraggiarsi per l’esiguità delle forze ma a cominciare a creare lotte, ricordando sempre che “prima della rivoluzione del 1905 si contavano meno di 2000 socialisti in tutta la Russia”.
Guillermo ha incarnato esattamente il verso brechtiano sull’imprescindibilità di coloro che lottano per tutta la vita, è stato un piacere e un onore fare un pezzo di strada insieme.
Come comunità, ci stringiamo ad Annaté e Carlo in questo momento.
Che la terra ti sia lieve, compagno!
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