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IL GOVERNO ITALIANO SBLOCCHI GLI AIUTI UMANITARI DIRETTI IN PALESTINA

Potere al popolo aderisce all’appello delle Ong.

In un mondo ideale le Organizzazioni non governative (Ong) probabilmente non esisterebbero, poiché i popoli vivrebbero in pace e in equilibrio fra loro in una dinamica di mutuo soccorso.
Se l’Italia fosse una nazione socialista esisterebbero probabilmente al posto delle Ong le “Brigate di solidarietà”, ma la società che viviamo è un’altra. È una società del predominio dei molti sui pochi, del noi contro loro. È una società in cui le Ong esistono e svolgono un ruolo.
Come Potere al popolo riteniamo che non tutte le Ong operino allo stesso modo e con lo stesso obiettivo.
Ci sono Ong finte e manovrate, la cui prossimità alla politica predatoria ne definisce il fine: controllo dei territori in cui operano e business economico.
Ci sono Ong che hanno a che fare con “oggetti” di lavoro, che in quanto oggetti sono passivi e non partecipi e per i quali il lavoro svolto è di mero assistenzialismo.
Ci sono all’opposto Ong il cui lavoro ha a che fare con esseri umani, soggetti attivi e partecipi, verso i quali viene messo in campo un atteggiamento di tipo mutualistico, costruendo sui territori in cui operano una partecipazione diretta e consapevole.
Riteniamo in questa direzione necessario nell’attuale contingenza a fronte della drammatica situazione umanitaria venutasi a creare nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania che le ONG italiane possano proseguire il lavoro prezioso svolto negli ultimi decenni sbloccando i fondi italiani per gli aiuti umanitari che al momento, nel silenzio del Governo, restano bloccati.

Come sottolineato da un appello sottoscritto da ONG e Organizzazioni della Società Civile che condividiamo largamente, pur nella differenza dei rispettivi ruoli e del giudizio sulle prospettive politiche per il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione e alla libertà dall’oppressione sionista, che sbloccare i fondi è anzitutto un “dovere morale” per l’importanza di incrementare gli aiuti umanitari per garantire cibo, acqua, forniture mediche e altri beni essenziali per consentire alla popolazione civile di affrontare le condizioni di vita avverse a cui è esposta al fine di scongiurare il rischio di genocidio dei Palestinesi a Gaza. Ma è anche un” obbligo giuridico” che grava sullo Stato italiano in quanto membro delle Nazioni Unite e in quanto Stato parte della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio.

E, aggiungiamo, è un obiettivo politico importante sul piano di una funzione decisiva degli operatori delle ONG nel fornire al movimento di sostegno al popolo palestinese informazioni sulla reale situazione nei Territori Occupati sempre più rigidamente controllate dal Governo di Tel Aviv.

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