Potere al Popolo condanna fermamente il golpe fascista e militare in atto in Bolivia (“civico-policial”, com’è stato definito), esprime piena solidarietà al presidente eletto Evo Morales, costretto alle dimissioni dalla violenza squadrista scatenata nel paese, e alle organizzazioni e ai militanti sindacali, popolari, indigeni, ai collettivi femministi, contro i quali si è scatenata la violenza assassina delle squadracce del golpista Camacho.
Il golpe in Bolivia, un paese dove tredici anni di governo progressista per riconoscimento unanime avevano prodotto grandi miglioramenti sociali (l’analfabetismo che scende dal 13% al 2,4%; la disoccupazione dal 9,2% al 4,1%; la povertà dal 60,6% al 34,6% e quella estrema dal 38,2% al 15,2%) e crescita economica (i tassi di crescita più alti del continente, le diseguaglianze che diminuiscono sensibilmente), è frutto della brutale reazione di classe dei ricchi possidenti, della vecchia oligarchia, delle multinazionali, sostenuti come sempre dai poteri imperialistici internazionali, USA e NATO in primis e con la UE che segue come al solito.
Ecco cosa vogliono i “democratici” in Bolivia e in tutta l’America Latina: il golpe fascista. Morales è stato costretto alle dimissioni dall’esercito mentre in Cile Piñera usa le Forze Armate per arrestare torturare accecare uccidere chi lotta, nel silenzio e nella complicità dei governi occidentali. Questo dovrebbe chiarire le idee a chi, anche a sinistra, appoggia movimenti “popolari” pagati dalla reazione e palesemente sponsorizzati dai mezzi di comunicazione occidentali. È già accaduto con il tentativo di ribaltare il legittimo governo del Venezuela con le ingerenze esterne in coordinamento con i tentativi eversivi all’interno. È già accaduto con Lula in Brasile, ora libero grazie ad una gigantesca mobilitazione popolare.
In queste ore in Bolivia, dalle notizie che vengono date da TeleSur e da fonti in loco, i golpisti stanno assaltando sedi istituzionali e case di compagni, è stata assaltata la casa di Evo Morales e bruciata quella della sorella, bruciato il Consiglio Nazionale Elettorale ed è stato dato l’assalto alle ambasciate di Cuba e Venezuela. Infine stanno arrestando i dirigenti del MAS, il partito di Evo, con liste di proscrizione divulgate pubblicamente da militari e poliziotti, in pieno stile fascista.
I “democratici” in Bolivia sono fanatici che vogliono riportare la Bibbia al governo e restituire il Paese al cuore di Cristo redentore (ricorda qualcuno?).
I “democratici” in Bolivia sono criminali seguaci di Pinochet e ora hanno preso il potere.
Vogliono far tornare l’America Latina ai regimi militari degli anni ’80, ma gli eventi del Cile, del Brasile, dell’Argentina, dell’Ecuador e dello stesso Venezuela dimostrano che la Storia non torna indietro. La crisi stessa dell’imperialismo USA ci dice che falliranno. Come hanno ripetuto gli stessi Evo e Alvaro in conferenza stampa: “la lucha sigue!”
Chi sta con “democratici” è nemico della democrazia e nemico di ogni lotta per la giustizia, è nostro nemico. Se nel mondo intero il ripudio del golpe fascista è stato esternato da dirigenti come Corbyn (Labour Party, UK), Pablo Iglesias (Podemos, Stato Spagnolo), Melénchon (Francia), Fernandez (nuovo presidente dell’Argentina), Madres de Plaza de Mayo (Argentina), ecc., nel panorama politico italiano regna il silenzio più assordante. Ed essere silenti significa essere complici di questi signori qui, che assaltano, bruciano, attaccano, minacciano. Significa esser complici del fascismo.
Ora solidarietà a Morales e sostegno ad ogni resistenza contro questi infami “democratici”.
Potere al Popolo ritiene necessario mobilitarsi nelle forme più larghe possibili in difesa del popolo della Bolivia e di Evo Morales, contro cui è stato spiccato un illegale mandato d’arresto e la cui incolumità è a rischio. Per preservare la vita di migliaia e migliaia di militanti e semplici cittadini, l’Italia deve fare in modo che le nostre sedi diplomatiche possano diventare porto sicuro per chiunque rischi la vita per mano di questi fascisti criminali.
“Volveremos y seremos millones” (“Torneremo e saremo milioni”) – Tupac Katari