Il 15 febbraio 2024, Jared Kushner (genero di Donald Trump ed ex consigliere senior durante la sua presidenza) si è incontrato con il professor Tarek Masoud all’Università di Harvard per una lunga conversazione. Durante la discussione, Kushner ha parlato della “proprietà sul lungomare di Gaza”, che, ha detto, potrebbe essere “molto preziosa”. E ha continuato: “Se fossi Israele, demolirei qualcosa nel [deserto] del Negev, cercherei di trasferire la gente [di Gaza] lì…entrare e finire il lavoro sarebbe la mossa giusta”.
La scelta di Kushner del Negev, o al-Naqab in arabo, è interessante. Al-Naqab, situato in quello che oggi è il sud di Israele, è da tempo un luogo di tensione e conflitto. Nel settembre 2011, il governo israeliano ha approvato il progetto di legge sulla sistemazione degli insediamenti beduini nel Negev, noto anche come Piano Prawer-Begin, che prevedeva lo sfratto di 70.000 beduini palestinesi dai loro trentacinque villaggi “non riconosciuti”. Kushner sta ora consigliando a Israele di trasferire illegalmente ad al-Naqab un numero ancora maggiore di palestinesi, molti dei quali sono stati originariamente spinti a Gaza da città di parti della Palestina che ora sono all’interno di Israele. Come Kushner forse sa, sia il trasferimento di popolazione ad al-Naqab che la presa di Gaza sono illegali secondo l’articolo 49 delle Convenzioni di Ginevra del 1949.
Il 9 dicembre 1975, la popolazione palestinese di Nazareth elesse Tawfiq Zayyad del Partito Comunista (Rakah) con il 67% dei voti. Zayyad (1929-1994), poeta stimato, era conosciuto come “l’affidabile” (Abu el-Amin) per il suo ruolo incessante nel forgiare un fronte unito tra i palestinesi della Galilea contro la politica israeliana degli sgomberi forzati. Per queste attività, Zayyad è stato arrestato in numerose occasioni, ma non ha mai vacillato. Zayyad si iscrisse al Partito Comunista nel 1948, divenne capo del Confederazione Araba dei Sindacati di Nazareth nel 1952, guidò il partito nella sua città natale, vinse un seggio alla Knesset (parlamento israeliano) nel 1973 e poi divenne sindaco della sua città nel 1976 come candidato del Fronte Democratico per la Pace e l’Uguaglianza. La sua vittoria, che sorprese l’establishment israeliano, fu acclamata dai palestinesi della Galilea, che dal 1948 lottavano contro i tentativi di sottrarre la loro terra e le loro case.
Quando nel 2014 ho visitato Nazareth, sono stato portato a fare una passeggiata lungo il perimetro della città per sperimentare come i nuovi insediamenti di soli ebrei siano stati progettati per strozzare l’antica città palestinese. Haneen Zoabi, allora membro del partito palestinese Balad, mi ha raccontato di come Nazareth, dove è nata, e la Cisgiordania siano state gradualmente schiacciate dagli insediamenti illegali, dal muro dell’apartheid, dai posti di blocco e dagli attacchi regolari dell’esercito israeliano.
Il regime israeliano non si lasciò scoraggiare dalle proteste dell’opinione pubblica. Il 7 settembre 1976, il giornale ebraico al-Hamishmar pubblicò un memorandum scritto da Yisrael Koenig, che aveva amministrato il Distretto Nord, compresa Nazareth. Il memorandum di Koenig, di stampo completamente razzista, chiedeva l’annessione di terre palestinesi per costruire cinquantotto nuovi insediamenti ebraici e l’obbligo di lavoro per i palestinesi durante tutto il giorno in modo da non avere tempo di pensare. Il primo ministro israeliano dell’epoca, Yitzhak Rabin, non rinnegò il memorandum, che riportava anche i piani per l’ebraicizzazione della Galilea. I piani non sono mai stati interrotti.
Le dichiarazioni di Jared Kushner sono facili da liquidare come una fantasia, poiché contengono una certa dose di ridicolaggine. Tuttavia, farlo sarebbe sbagliato: Kushner è stato l’architetto degli accordi di Abramo di Trump, che hanno portato alla normalizzazione delle relazioni di Israele con Bahrein, Marocco ed Emirati Arabi Uniti. Ha anche una stretta relazione con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (che era solito soggiornare nella camera da letto dell’infanzia di Kushner a Livingston, nel New Jersey).
Al-Naqab è un deserto caldo, un luogo che rimane scarsamente popolato anche dopo l’espulsione di molti beduini palestinesi. Ma Gaza ha delle possibilità come località balneare e come base per lo sfruttamento delle riserve di gas naturale nel Mediterraneo orientale. Questo spiega l’attenzione che ha ricevuto nell’agenda sionista, rappresentata nella schietta dichiarazione di Kushner. Ma – e la storia ci insegna qualcosa – è improbabile che i palestinesi si spostino da Gaza ad al-Naqab o addirittura al deserto del Sinai. Combatteranno. Resteranno.
A Lidda, a Ramla, in Galilea,
resteremo qui.
Qui, sui vostri petti, rimarremo come un muro.
Laveremo piatti nei bar,
riempiremo bicchieri per i signori,
asciugheremo le piastrelle di cucine annerite
per strappare un boccone per i nostri bambini
dai vostri canini azzurrastri.
Qui, sui vostri petti, resteremo come un muro.
Avremo fame, saremo nudi
ma vi sfideremo.
Reciteremo poesie
riempiremo le strade con manifestazioni di gente esasperata
riempiremo di orgoglio le prigioni
faremo dei nostri bimbi
una generazione rivoluzionaria dopo l’altra.
A Lidda, Ramla, in Galilea,
resteremo qui.
Berremo il mare
custodiremo l’ombra del fico e degli olivi,
semineremo le idee, qual lievito nella pasta del pane.
Con affetto,
Vijay
*Traduzione della tredicesima newsletter (2024) di Tricontinental: Institute for Social Research.
Come Potere al Popolo traduciamo la newsletter prodotta da Tricontinental: Institute for Social Research perché pensiamo affronti temi spesso dimenticati da media e organizzazioni nostrane e perché offre sempre un punto di vista interessante e inusuale per ciò che si legge solitamente in Italia. Questo non significa che le opinioni espresse rispecchino necessariamente le posizioni di Potere al Popolo. A volte accade, altre volte no. Ma crediamo sia comunque importante offrire un punto di vista che spesso manca nel panorama italiano.