Questa è la domanda che mi pongo da quando sono usciti i dati definitivi delle elezioni. Non vi nascondo che a primo acchito sono rimasto male del risultato perché mi aspettavo di fare qualcosina in più del singolo punto percentuale. La cosa strana però è che in questi giorni molti di quelli che ci hanno votato o meglio che si sono riconosciuti in Potere al Popolo hanno fatto una valutazione diversa dalla mia. Sopratutto le persone comuni estranee ai giri militanti non erano cosi deluse ma anzi parlavano di un buon risultato tenuto conto dei tempi di costruzione della lista, della copertura mediatica ricevuta e del quadro politico generale. Inizialmente ero convinto che dicessero così per rincuorarmi, d’altronde “come si può essere contenti di aver fatto l’1%?”
È quello che ho chiesto ad un mio amico che continuava a dichiararsi soddisfatto dell’esito e lui un po’ incazzato mi ha risposto: “Gianpiè ma si scem?! Hai capito che vi hanno votato 370.000 cristiani?! Sono un esercito!”.
No, onestamente non riuscivo a capire perché i numeri sono una cosa fredda e non ti danno la percezione esatta di cosa significa nel quotidiano un livello di consenso di questo tipo. Poi mi è capitato di camminare l’altro giorno con Viola e di colpo quel numero ha cominciato a voler dire qualcosa. Ogni tanto per strada qualcuno la fermava tanto che lei un po’ incredula mi fa: “secondo me c’è un complotto o sto su scherzi a parte! Ma lo sai che mi fermano in tanti e mi dicono che hanno votato Potere al Popolo?! Secondo me mentono perché se fosse vero non avremmo preso solo l’1%!”. Anche a me la cosa un po’ ha sorpreso ma ragionandoci non è poi così strano. A Napoli ad esempio abbiamo fatto il 2,95%, tenendo conto del l’affluenza al 65,22% ciò vuol dire che per strada ogni 100 persone che incontriamo in media 2 hanno votato per PaP. Ora immaginate quante centinaia di persone incrociamo ogni giorno. Anche se non ce ne accorgiamo nel vagone della metro, nel bus o camminando per strada a pochi metri da noi c’è sempre qualcuno che sostiene Potere al Popolo. Ecco spiegato quello che succede a Viola. Lei essendo il volto pubblico della lista è l’unica che si può effettivamente rendere conto di quanto grande sia quell’1% e sopratutto di quanto vale. Perché non è solo una questione di quantità ma principalmente di qualità: i voti non sono tutti uguali. Chi ha votato Potere Al Popolo non ha votato semplicemente per rabbia, per mandare tutti a casa o per una singola promessa elettorale. Come Viola ha potuto riscontrare si tratta di voti dati in maniera consapevole, sulla base di un programma e di valori condivisi, voti di chi già ci aveva conosciuto nelle lotte e nelle attività di mutualismo e solidarietà. Tutte queste persone non hanno semplicemente votato ma si sentono parte di una comunità che finalmente si riconosce in quanto tale. Ogni incontro è una storia, una lotta, una dichiarazione di orgoglio ritrovato e di voglia di andare avanti.
In questi giorni ho capito di essere stato molto infantile nel leggere inizialmente i dati e che come spesso capita quelli più esterni sono stati invece più lucidi di me.
Quell’1% merita tanto rispetto perché non è un numero ma sono donne e uomini in carne ed ossa che si battono quotidianamente, che ci credono e sono convinti che questa realtà può e deve cambiare.
Altro che deludente! Di quell’1% dobbiamo andare orgogliosi perché rappresenta quello che siamo e non è poco in un mondo come questo dove la barbarie avanza. Sopratutto è un 1% che per le persone che lo compongono ha un potenziale enorme non semplicemente in termini elettorali.
È un esercito che si è messo in marcia e non vede l’ora di lanciarsi in mille battaglie sui territori, nelle scuole come nei posti di lavoro.
#indietrononsitorna Avanti Popolo!