Cari compagni e compagne il risultato deludente di questa avventura elettorale ci ha dimostrato che questa comunità della sinistra deve allargare le sue maglie, riprendere il dibattito verso soggettività che fin ora per ovvie ragioni non ha voluto darsi coinvolgere in questa avventura. Penso a riprendere il dibattito del Brancaccio con Molinari e con quei centri sociali e collettivi, sindacati di base comitati territoriali e realtà della sinistra sociale che non si è sentita di partecipare con convinzione all’operazione elettorale appena passata. La stessa operazione della convocazione dell’assemblea del prossimo 18 marzo la ritengo errata nel modo in cui è stata convocata avrei preferito prendere più tempo per la riflessione sui dati ottenuti che non sono certo positivi dopo il grande impegno e le risorge energiche messe a disposizione con entusiasmo e generosità da tutti e tutte. Perciò non sprecherei tutte questo tempo che ci ha permesso una visibilità consistente seppur con grande difficoltà, complice i silenzi mediatici. Il discretissimo risultato ottenuto ci deve porre delle profonde riflessioni e deve portarci a sciogliere diversi nodi in sospeso che la campagna elettorale ci ha bloccato. Ci deve far porre domande su diversi perché ci siamo votati tra noi e qualche simpatizzante vicino. Questo risultato è una chiara sconfitta dalla quale ripartire da zero e rilanciare un progetto allargando il fronte con un progetto più definito e più convincente che abbia la capacità di riallacciare rapporti di forza sopratutto con le popolazioni e i soggetti più deboli della società. Che sia capace ri-collettivizzare e creare spazi concreti di aggregazione e socializzazione dal basso. Perchè la Sinistra sociale deve nascere dal popolo e con il popolo.
La Sinistra senza popolo non è sinistra.