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G20. L’Italia delega i negoziati a ENI e Confindustria!

Stando ad un’inchiesta pubblicata nelle ultime ore dal quotidiano Domani, il governo italiano avrebbe affidato una parte dei negoziati del prossimo G20 a ENI e Confindustria.

Il 2021 è l’anno in cui il nostro Paese è chiamato a coordinare il vertice internazionale che mette insieme i capi di stato e di governo dei paesi più ricchi del mondo e, da quello che sembra, Palazzo Chigi ha dato subito segnali di non avere nessuna intenzione di lasciare fuori dalla porta lobbisti e grandi industriali.

Come accade sempre in questi casi, anche l’anno italiano del G20 sarà caratterizzato da tappe programmate e incontri preliminari importanti sia dal punto di vista delle relazioni internazionali, sia rispetto alle risposte che la leadership mondiale ha intenzione di mettere in campo per rispondere all’attuale sindemia.

Così, molto prima del vertice dei leader mondiali previsto per i prossimi 30 e 31 ottobre, cominceranno molto prima specifici tavoli tecnici e ministeriali con l’obiettivo che il portale dedicato alla presidenza italiana del G20 definisce esplicitamente quello di “sviluppare e approfondire tematiche di rilevanza internazionale, costruendo consenso intorno a specifiche soluzioni condivise”.

Il ruolo di questi tavoli preliminari risulta quindi centrale per le conclusioni del vertice. È qui che si affrontano le questioni spinose. È durante questi appuntamenti che si concentreranno le diatribe diplomatiche e si scriveranno i documenti ufficiali.
Nei mesi scorsi, al fine di gestire questa complessa macchina organizzativa, il Governo italiano ha deciso di avvalersi di una squadra composta da dieci personalità tra funzionari della pubblica amministrazione e consulenti esterni. In questo elenco, nel ruolo di “esperti senior” dell’ufficio sherpa del G20, figurerebbero anche Francesco Ciaccia di ENI e Giovanni Dioguardi di Confindustria.

Ai tavoli del G20 su energia, clima e ambiente che si terrà a luglio a Napoli, siederà perciò anche un manager di ENI, una delle aziende italiane maggiormente implicate in attività direttamente collegate ai cambiamenti climatici e una delle più inquinanti al mondo.

Dopo la bozza del Piano Nazionale Ripartenza e Resilienza (PNRR) che vorrebbe stanziare diversi miliardi di euro per sostenere progetti drammaticamente impattanti come lo stoccaggio della Co2 nei giacimenti esauriti sottomarini davanti a Ravenna, questa ennesima mossa del Governo conferma ancora una una volta quali siano i veri registi dei piani energetici ed industriali italiani. La scelta di coinvolgere ENI nelle trattative sul clima e sulla transizione energetica la dice lunga sulla sensibilità del governo in merito a questioni climatiche e ambientali.

Ma non finisce qui. Per capire meglio quali saranno le priorità del prossimo G20 può essere utile anche dare un’occhiata alle iniziative pubbliche che gli ruotano attorno. Tra le iniziative più rilevanti del 2021 ci sarà infatti il Business Summit (B20) organizzato da Confindustria allo scopo di formulare proposte e raccomandazioni alla Presidenza di turno del G20.

Questo vertice internazionale a trazione italiana si preannuncia quindi come l’ennesima e ghiotta occasione che i grandi industriali e le mega aziende inquinanti hanno per difendere i loro interessi.

È chiaro dunque che da parte del Governo non c’è alcuna volontà politica di rispondere alle esigenze delle classi popolari o di provare a saldare definitivamente la questione climatica e quella sociale. Delegando a certi soggetti la gestione di tavoli e trattative diplomatiche e garantendo ampia visibilità a certe rivendicazioni, il Governo italiano ha già deciso verso quale direzione si muoverà il prossimo G20.

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