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FCA presenta il nuovo piano industriale – 29 novembre 2018, Torino

Il coro è unanime: grazie FCA, grazie padroni! La stampa, le televisioni e le parti sociali all’unisono accolgono con favore la presentazione del nuovo piano industriale di FCA.

I rapporti di forza fra capitale e lavoro sono tali per cui la FCA presenta il piano industriale, prima di aver pattuito il rinnovo del contratto con i lavoratori degli stabilimenti italiani e prima di aver concordato con il governo italiano il sostegno all’azienda sotto il piano degli ammortizzatori sociali e per l’incentivo all’acquisto di auto ibride.

Il nuovo a.d. Mike Manley ha guidato la costruzione del nuovo piano industriale di FCA: in Italia saranno lanciati 13 modelli di veicolo per il triennio 2019-2021 (leggasi entro il 2021), 4 saranno i nuovi, gli altri sono modelli già esistenti rivisti (Maserati Ghibli e LevanteX, 500 elettrica, nuova Panda, 2 SUV Alfa Romeo, Alfa Romeo Giulia e Stelvio) in alcuni particolari. 12 veicoli avranno motori ibridi, di vario tipo.
Marchionne aveva promesso 26 nuovi modelli il 1 giugno del 2018, siamo alla metà! Il piano Marchionne prevedeva quasi 9 miliardi di euro investimenti, quello Manley 5 miliardi di euro con solo un anno in meno di durata.

Innanzi tutto non si può non evidenziare che parte del denaro che FCA dichiara di voler investire viene dalla cessione (poco oltre i 6 miliardi di euro) di Magneti Marelli all’azienda giapponese Calsonic Kansei.

In secondo luogo va evidenziato che la fusione FIAT-Chrysler, che ha dato vita ad FCA, era stata descritta come una possibilità per il gruppo controllato dalla famiglia Agnelli di inserirsi nel mercato delle auto di alta gamma. Ebbene, il piano industriale per l’Europa immagina la costruzione di modelli low-cost…e l’alta gamma dove è andata a finire?

Contrariamente a quanto annunciato da Marchionne in occasione del piano industriale 2018-2022, FCA non abbandonerà la produzione di motori diesel dal 2021. Lo stabilimento di Pratola Serra (Av), continuerà ad assemblare motori diesel di nuova generazione.

Una promessa mancata del recente passato è quella della piena occupazione da raggiungere entro il 2018.

Il rilancio di Alfa Romeo presentato nel 2014 doveva terminare nel 2017, arrivando a quasi ottocento mila veicoli prodotti, continuerà, cercando di raggiungere il risultato nel 2022.

E’ doveroso ricordare che quelle che vengono dipinte come “parti sociali” rappresentano parzialmente i lavoratori: FIOM CGIL non è stata invitata ai tavoli di trattativa per il rinnovo del contratto. Il piano Fabbrica Italia del 2010 e il contratto dell’epoca vennero firmati dai sindacati confederali CISL, UIL , UGL e AQCF, con l’esclusione della CGIL. La trattativa per il rinnovo del contratto di questo periodo procede per tavoli separati, con la FIOM CGIL che siede ad un altro tavolo…evidentemente rappresenta un’altra parte sociale! Così come i sindacati di base SI COBAS, USB e CUB, manco ricevuti e considerati come rappresentanti dei lavoratori e la cui agibilità sindacale è messa a dura prova dagli accordi sindacali. FCA è fra le più grandi aziende in Italia e calpesta quotidianamente la libertà sindacale.

Sul fronte del “governo del cambiamento” non stiamo certo messi meglio: la FCA ha già annunciato un piano industriale che prevederà molti lavoratori in cassa integrazione; in un momento successivo incontrerà il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Di Maio per battere cassa, assicurandosi che lo stato italiano si faccia carico di tutti i lavoratori FCA non inseriti immediatamente nell’organizzazione della produzione. Davvero un bel cambiamento, se paragonato alla subalternità dei governi precedenti alla FIAT-FCA! Nel breve periodo gli ammortizzatori sociali negli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano scadranno, c’è bisogno che il governo italiano intervenga per rinnovarli. La cassa integrazione continuerà fino al 2021, era stato dichiarato che sarebbe terminata nel 2017.

La produzione di un SUV dell’Alfa Romeo partirà presso l’impianto di Pomigliano D’Arco (Na). Ma come? Il piano Fabbrica Italia di Marchionne del 2010 non avrebbe dovuto riassorbire tutta la forza lavoro? Perché allora ci sono ancora lavoratori in cassa integrazione? Anche in questo caso viene promessa la piena occupazione della forza lavoro dello stabilimento Gianbattista Vico.
A Pomigliano ci sono 2445 esuberi e c’é la cassa integrazione straordinaria. Per l’inizio della produzione dei nuovi modelli c’è bisogno di attendere almeno 16-18 mesi.

Di seguito alcuni dei nuovi modelli e gli stabilimenti in cui verranno prodotti (fonte La Stampa):

sport utility media di Maserati – Cassino
nuova Panda – Pomigliano
SUV Alfa Romeo – Pomigliano
Jeep Compass – Melfi
Jeep Renegade – Melfi
500 elettrica – Mirafiori dal 2020
nuova sportiva Maserati Levante – Modena

Ducato – Sevel di Atessa (Ch)

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