Nel corso dell’Assemblea Regionale svoltasi a Pescara domenica 18 marzo, ho avuto modo di sottolineare quanto segue (tralascio premesse ma non l’essere confondatore del Coordinamento Nazionale No Triv, l’aver sostenuto L’Altra Europa ed il candidato del PRC alla Presidenza della Regione Abruzzo):1) Ripartendo dalle conclusioni dell’Assemblea di Roma: DEMOCRATICIZZAZIONE che significa innanzitutto METODO DEMOCRATICO ed ORGANIZZAZIONE DEMOCRATICA, ripartendo dai Territori, dalle Assemblee Territoriali e dalle diverse forme organizzate e non presenti nei Territori. Apro e chiudo parentesi propositiva e non polemica: questi principi cozzano con un punto previsto nel Programma (provvisorio, spero) di PAP in merito al ritorno al Titolo V della Costituzione ante riforma.
Alcune Assemblee Territoriali si sono dotate di apposito regolamento interno ed è bene che nessuno di essi si conformi ad una standard. E’ necessario mettere in rete le Assemblee Territoriali con un sistema informativo aperto, integrato ma regolato da norme condivise.
DIAMOCI UN METODO, UN’ORGANIZZAZIONE CHE FEDERI LE ASSEMBLEE TERRITORIALI, ED UN SISTEMA INFORMATIVO ORIZZONTALE ma anche in grado di rispondere con decisioni ponderate e rapide quando occorre “stare sul pezzo” a causa di accelerazioni che il dibattito politico rende a volte necessarie. Prendiamo spunto e FORMIAMOCI conformandoci alle migliori esperienze ed alle buone pratiche che altrove hanno dato buoni frutti.
FORMIAMOCI all’uso di un nuovo linguaggio, su come si entra in relazioni con gli altri soggetti e ad avere una TOLLERANZA infinita al nostro interno, capacità di COMPRENSIONE giacché in PAP sono confluite esperienze, vissuti e storie diverse, che sono la nostra vera ricchezza.
VALORIZZIAMO LE COMPETENZE, come garanzia di serietà, di credibilità di PAP, e di praticabilità delle proposte.
FORMIAMOCI all’uso di un metodo che riporti tutto a SINTESI con il massimo della condivisione possibile.
2) DIAMO AVVIO, SUBITO, AL PERCORSO DI CRESCITA PER GESTIRE IL PASSAGGIO DALLA LISTA ELETTORALE AD UN NUOVO SOGGETTO POLITICO
Dobbiamo allargare la partecipazione ad una serie di realtà che non sanno di avere molto in comune con PAP semplicemente perché non abbiamo avuto modo di raggiungerle o perché non abbiamo messo al centro del programma alcune questioni che sono invece prioritarie.
Esempio: in occasione del G7 Ambiente di Bologna, ben 200 organizzazioni, comitati ed associazioni hanno sottoscritto una sorta di manifesto ecologista articolato in 10 punti e decine di proposte; si tratta di un contributo importante, a sostegno della necessità di unaRICONVERSIONE ECOLOGICA ed ETICA del nostro Paese, che invito a leggere con molta attenzione:
https://decologoblog.wordpress
Riconversione ecologica è, a mio avviso, il solo ed unico rimedio per uscire dalle gabbie -quelle sì, ideologiche- dell’estrattivismo e della crescita infinita a cui sono appese le promesse ingannevoli dei ns. avversari politici.
Propongo la Riconversione Ecologica non solo come chiave di lettura ma come terreno di incontro e confronto – all’interno di PAP-; di scontro politico e programmatico con i ns. avversari; di risposta alla complessità delle sfide della modernità a cui non possiamo rispondere attingendo alla cassetta degli attrezzi del XX secolo e con dibattiti sui vari “ismi”.
MI sembra più semplice e diretto che dopo il fallimento storico delle economie di piano, delle socialdemocrazie europee e del capitalismo (che sta implodendo imponendoci un duro sacrificio in termini di morti, sangue ed ingiustizie indicibili), dobbiamo una nostra via ed una visione nostra.
IL PROGRAMMA DI PAP presentato sotto elezioni necessita di essere rivisitato ed approfondito, per rispondere alle istanze soprattutto di chi NON STA OGGI DENTRO PAP, e di questo occorre discutere nelle assemblee territoriali, per addivenire poi ad una sintesi da tutti condivisa.
Per questo ritengo che si debba andare, iniziando qui ed ora, ad una FASE COSTITUENTE, avvertendo che, in caso contrario, PAP si condannerà all’autoreferenzialità e, in ultima istanza, alla progressiva scomparsa/marginalità.
Ce lo possiamo permettere?
3) Tornando alle conclusioni dell’Assemblea di Roma: mi piacerebbe molto che dai territori venisse forte la richiesta di una TERZA CAMPAGNA NAZIONALE sui temi dell’ENERGIA e della DEMOCRAZIA.
In campagna elettorale il tema “trivelle” è rimasto molto in ombra. Per “trivelle” leggasi gasdotti (Tap), stoccaggi, rigassificatori, estrazione gas e petrolio.
Il Consiglio dei Ministri in più di una deliberazione si è sostituito alle Regioni nel dare l’avvio ad importanti progetti quali, ad esempio, l’adeguamento logistico della Raffineria di Taranto per consentire lo stoccaggio del petrolio di Tempa Rossa. Questo grazie ad un quadro normativo che è stato manipolato subito dopo il Referendum No Triv del 17 aprile del 2016 e dopo che in Legge di Stabilità 2016 movimenti, comitati e Regioni erano riusciti a difendere con le unghie e con i denti la necessità di una partecipazione non di facciata alle decisioni riguardanti le Grandi Opere.
Non è trascorso molto tempo dalla pubblicazione del decreto con cui il Ministero dell’Ambiente ha stabilito che ricercare gas e petrolio in 30.000 kmq di mare (dalla Romagna fino alla Puglia) è compatibile con la tutela dell’ambiente e che le comunità regionali non hanno voce in capitolo.
Anche questo ci riporta al Decologo ed alla necessità di lottare per un sistema rispettoso del volere delle comunità locali (non accentratore, quindi) e per rifondare l’attuale modello energetico, fondato su scelte decise da pochi, a vantaggio di pochi (oligopolio), imposte in modo autoritario (vedi militarizzazione dell’aree del Tap) e per consentire la creazione di nuova occupazione in settori diversi dall’OIl&Gas.
Perché avremmo dovuto votare NO, altrimenti, al Referendum Costituzionale del dicembre 2016?
Ma limitarci a cogliere una dimensione solo nazionale dei temi energetici e della democrazia energetica sarebbe una manifestazione di evidente miopia.
Abbiamo invece necessità di tessere rapporti e di coordinarci con altre realtà a noi vicine per portato e prospettive, per darci una visione ed un orizzonte operativo transnazionale: per affrontare la sfida del Tap, di Poseidon, dell’arrivo sempre più massiccio di gas liquefatto nei rigassificatori italiani ed europei, ecc ecc, dovremo ragionare e lavorare in lungo ed in largo per il Mediterraneo, ed anche oltre.
Possiamo porci come obiettivo, ad esempio, l’organizzazione di una Conferenza Internazionale sull’Energia che veda protagoniste le forze che in tutto il Mediterraneo si battono contro l’estrattivismo e lo sfruttamento dei territori?
CIO’ CHE IN SINTESI AUSPICO E’ CHE SI APRA SENZA ESITAZIONI UNA FASE COSTITUENTE IN CUI VENGANO MESSI A FUOCO ALCUNI DEI PUNTI FIN QUI RICHIAMATI, PER GIUNGERE ALLA NASCITA DI UN SOGGETTO POLITICO NUOVO, SIA NEL METODO SIA NEI CONTENUTI, E CAPACE DI DARE RAPPRESENTANZA A CHI RAPPRESENTATO NON SI SENTE PIU’.
Giulianova, 30 marzo 2018
Enrico Gagliano, attivista No Triv e componente dell’Assemblea Regionale ABRUZZO