EMILIO LIBERO SUBITO!
Il primo dicembre l’attivista No Tav Emilio Scalzo è stato portato via dalle forze dell’ordine e rinchiuso in carcere a Torino. Per allontanarlo dalla Valle di Susa e dai suoi affetti, le squadre speciali sono piombate a casa sua scavalcando il cancello. Con un ingente dispiegamento di Polizia è stata bloccata la Statale 25 in entrambe le direzioni di marcia e tutte le vie di accesso all’abitazione di Emilio sono state chiuse.
Emilio era ristretto agli arresti domiciliari in attesa di essere consegnato alla Francia. La corte di Cassazione, il 26 novembre, ha infatti rigettato il ricorso della difesa di Emilio disponendo la sua estradizione. Gli arresti domiciliari sono stati revocati in ragione del presidio di solidarietà che da settimane raccoglie amici e attivisti nelle vicinanze di casa di Emilio, per non farlo sentire solo.
Nel provvedimento, la Corte di Appello di Torino scrive espressamente che viene applicata la custodia in carcere “vista la richiesta di aggravamento formulata dal P. G. in sede e preso atto della presenza costante, dinanzi all’abitazione dello Scalzo, di un presidio di attivisti del movimento No Tav che potrebbe ostacolare l’esecuzione della consegna”. La gravità della decisione è senza precedenti. Una misura cautelare custodiale, che incide pesantemente sulla libertà personale, viene aggravata in ragione del comportamento ipotetico, è la Corte stessa ad usare il condizionale, di soggetti terzi senza che il destinatario dell’aggravio abbia tenuto alcuna condotta censurabile durante gli oltre due mesi di esecuzione della misura.
Si tratta di una violazione dei diritti umani molto grave!
Inoltre viene a mancare il rispetto di uno dei principi cardine su cui si fonda il nostro ordinamento che impone l’utilizzo del carcere, tanto più in fase cautelare, solo se e quando risulti essere necessario e inevitabile.