TESTIMONIANZA DI UN VOLONTARIO DELLA NAVE DI SOCCORSO CIVILE SEA WATCH 3
Ci è venuto a trovare un compagno che durante le ultime settimane ha fatto parte dell’equipaggio della Sea Watch 3, la nave di soccorso civile sul Mar Mediterraneo che attualmente è bloccata al porto di La Valletta su Malta perché le autorità maltesi, in accordo con praticamente tutti i paesi europei, hanno deciso di non lasciar svolgere il lavoro di soccorso civile alle organizzazioni non governative (ONG).
In questo momento, nessuna nave di soccorso civile si trova in Mar Mediterraneo!
Daniel ci ha spiegato la sua attività in quanto aiuto macchinista sulla nave, i cambiamenti avvenuti da quando il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha praticamente annullato il lavoro del Centro di Coordinamento Soccorsi di Roma chiudendo i porti alle navi di soccorso, gli incontri con i migranti che passano mesi e anni tra paese d’origine e destinazione Europa tra camminate nel deserto, sfruttamento in quanto forza-lavoro in vari paesi di passaggio e torturati nelle carceri libiche.
La ONG Sea Watch è stata fondata nel maggio del 2015, esattamente sette mesi dopo la fine della missione #MareNostrum il 31 ottobre 2014, missione di salvataggio in mare dei migranti che attraversano il Mar Mediterraneo organizzata dalle forze della Marina Militare e dell’Aeronautica Militare italiane. Dopo la fine di questa missione, il numero di morti in mare è aumentato drasticamente.
Quindi contrariamente a quanto il governo attuale ci vuole far credere, le organizzazioni di soccorso civile nel Mediterraneo sono tutt’altro di texi del mare che si arrichiscono tramite le loro attività, bensì una risposta civile e umana alle politiche migratorie che producono quotidianementi decine e decine di morti in mare.