Al momento sono state realizzate solo il 12% delle misure previste per un totale di 23 miliardi.
Parliamo ci circa il 50% di quanto previsto nella tabella di marcia.
In realtà la situazione è molto peggio di così perché buona parte dei fondi erogati fino ad ora sono stati impegnati per far fronte ai crediti di imposta come Industria 4.0 e Superbonus 110%, in pratica sono andati in tasca ai privati.
Se vediamo invece quanto effettivamente speso dalla Pubblica Amministrazione per opere e progetti ci si ferma a poco più di 10 miliardi, in pratica il 6% del totale.
Scendendo ancora più nel dettaglio la situazione si fa drammatica.
Come spiega Il Sole 24 Ore infatti
“Nella Missione 6, dedicata alla Salute, la spesa è praticamente assente (79 milioni su 15.626, quindi lo 0,5%), nella Missione 5 su Inclusione e coesione si arriva a 239 milioni (l’1,2% dei 19,851 miliardi di budget) mentre su Istruzione e ricerca (Missione 4) si arranca fino al 4,1% (1,273 miliardi spesi su 30,876).”
Una situazione disastrosa, in pratica in comparti strategici per il benessere della collettività come sanità, istruzione e inclusione non si è speso quasi nulla.
Ma perché non si riescono a spendere questi soldi?
La ragioni sono semplici:
Nella Pubblica Amministrazione manca il personale e non c’è capacità organizzativa
Niente di nuovo purtroppo, da sempre non riusciamo ad utilizzare a pieno i fondi europei per i medesimi motivi e per la mancanza dei fondi per il cofinanziamento.
Per anni nella PA si è tagliato selvaggiamente il personale con il blocco del turnover, si è demonizzata la figura del dipendente pubblico, non si è investito in formazione, si è sabotata e svuotata di competenze la macchina pubblica per giustificare il ricorso ai privati e ora non abbiamo chi materialmente può permetterci di spendere il fondi del Pnrr.
Gianpiero Laurenzano (membro dell’Esecutivo di PaP)