Oggi Civitavecchia ha visto ricompattarsi, dopo decenni di lotte ben distinte e separate, gli operai dell’indotto Enel e quelli del porto. La vertenza che ormai vede uniti in un fronte unico metalmeccanici e portuali è giunta infatti a uno dei suoi momenti decisivi. Così, mentre a Tvn si è arrivati ormai alla quarta settimana di lotta contro i licenziamenti delle ditte dell’indotto, la mobilitazione entra nel vivo anche al porto. Infatti, lo sciopero nazionale dei trasporti convocato per oggi, a Civitavecchia ha avuto decisamente un carattere territoriale, per quanto le criticità che sono state evidenziate abbiano comunque un respiro strategico di portata ben più ampia. Il quadro complessivo, infatti, mette insieme questioni centrali anche sul piano nazionale: la vertenza dei metalmeccanici è connessa alla nuova politica energetica di Enel, proiettata verso la riconversione a gas di TVN e delle altre centrali a carbone italiane; e ad essa si lega anche una parte della battaglia dei portuali, che in questi ultimi mesi, hanno visto un drastico ridimensionamento delle commesse legate alla movimentazione del carbone, proprio su quella banchina di fronte a Torre Valdaliga dove si chiede a gran voce la realizzazione della darsena grandi masse con contiguo bacino di carenaggio, punto d’avvio di una ridefinizione delle stesse linee di sviluppo portuale ed una delle poche possibilità di sganciare Civitavecchia dalla cronica sudditanza nei confronti della produzione energetica.
È per questo che oggi siamo scesi in banchina al fianco di portuali e metalmeccanici. Ed è per questo ribadiamo la necessità di uno sciopero generale cittadino perché questa situazione coinvolge tutti: lavoratori elettrici, indotto delle centrali, portuali, gruisti e di riflesso anche studenti, precari, commercianti e cittadinanza tutta. In questo scenario, se la città agirà compatta, Enel ed armatori saranno finalmente costretti a capitolare.