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Che è successo a Macerata e perché sabato bisogna andare lì

Iniziamo con una notizia, contro la disinformazione di queste ore e la confusione montata ad arte: sabato a Macerata il corteo antifascista si farà: sarà un corteo pacifico, popolare, determinato a difendere i valori della libertà, della dignità, del vivere insieme.

Al momento, nonostante le minacce di Minniti, il corteo è autorizzato, gli autobus sono prenotati, migliaia di persone sono in partenza da tutta Italia. Insomma, altro che clima di tensione: a Macerata si annuncia una bellissima giornata di partecipazione.
Qui vorremmo spiegare a tutti, anche ai più distratti, perché sabato è molto importante esserci. E perché alla disinformazione di questi giorni dobbiamo rispondere da subito mettendo in connessione i fatti, cercando di capire il quadro d’insieme, raccontando l’altra Italia, quella che non si vuole far vedere perché scomoda.

  1. Cos’è successo a Macerata?

A Macerata sabato scorso c’è stato un attentato terroristico di matrice fascista.

Terroristico: perché pensate se un seguace dell’ISIS avesse iniziato a sparare a caso, quasi uccidendo sei persone solo perché “occidentali”, e poi si fosse avvolto nella bandiera nera… Non l’avremmo chiamato atto terroristico, volto a spaventare un’intera popolazione e a diffondere un clima di paura?

Di matrice fascista: perché l’autore era un noto militante dei circuiti fascisti, candidato con la Lega, aveva personalmente incontrato Salvini. E ha mirato esclusivamente a persone dalla pelle nera.

Stranamente, a differenza di quanto accaduto in tutti i paesi europei e di quello che sarebbe accaduto se l’autore fosse stato dell’ISIS, nessun politico (fatto salvo Maurizio Acerbo, nostro candidato), è andato a portare solidarietà alla vittime. Non molti media si sono interessati alle loro storie, a stento ne hanno citato i nomi. Inoltre il Governo non è intervenuto per chiudere le sedi da dove è partito l’odio e l’indottrinamento. Sedi che dovrebbero essere già chiuse secondo la nostra Costituzione.

In compenso, un gruppo fascista si è offerto di difendere legalmente l’attentatore, ottenendone una certa pubblicità sotto elezioni. E Salvini e altri fascisti, invece di prendere chiaramente le distanze da quanto è accaduto e di tenere un profilo basso, sono passati all’attacco addirittura scaricando la colpa sulle vittime!

Se provate a raccontarlo a qualche amico fuori Italia non vi crederà, ma tutto questo è stato digerito dai nostri media come se fosse perfettamente normale.

  1. Cosa sta succedendo ora?

Nonostante i cittadini maceratesi già domenica fossero scesi in piazza per mostrare solidarietà alle vittime e dire no alle speculazioni fasciste, le forze dell’ordine hanno consentito a Casa Pound e Forza Nuova di tenere comizi proprio a Macerata. Una provocazione incredibile: quelli che sono i mandanti morali dell’attentato tornano sul luogo del delitto per rivendicare l’accaduto!

Per fortuna i cittadini maceratesi non ci stanno a subire la beffa oltre il danno e chiamano un corteo antifascista per sabato 10. Un corteo largo, a cui sono tutti invitati. Ma al PD la mobilitazione non conviene. Sotto elezioni serve giocare l’episodio per cercare di ottenere un po’ di voti apparendo come il “Partito dell’Ordine”. D’altronde è da mesi che si gonfiano realtà anche ridicole elettoralmente come Casa Pound e Forza Nuova per far sì che le persone si spaventino e tendano a stringersi all’autorità.

Da Roma Minniti comanda il sindaco di Macerata, del PD, e gli dice di fare terrorismo psicologico, di chiedere che cessino tutte le iniziative (ovvero solo quella antifascista). Anche le dirigenze nazionali di ANPI, CGIL, ARCI e LIBERA eseguono, nonostante le loro basi non siano d’accordo, e diffondono un comunicato che parla di “manifestazione sospesa” e di pericoli… A quel punto Minniti può esultare, e dichiarare che se anche gli altri non toglieranno di mezzo la manifestazione, interverrà lui.

Lo schema è da manuale, è quasi un secolo che funziona così: i fascisti (e oggi i leghisti) provocano, spingono la guerra fra poveri, seminano odio e paura; quindi, di fronte alla reazione indignata, legittima, umana dei cittadini, interviene il Governo per “riportare l’ordine”, reprimere gli antifascisti, ed evitare che ci siano cambiamenti sociali, miglioramenti nelle nostre condizioni di vita. Peccato per loro che stavolta qualcosa sia andato storto…

Gli organizzatori del corteo, spinti da tutta Italia, non si spaventano e decidono di tenere lo stesso l’iniziativa. Le basi di ANPI, ARCI, CGIL e LIBERA decidono di mandare una lettera in cui confermano la loro partecipazione. La FIOM si associa. Si muovono altre associazioni, Amnesty, reti studentesche, centri sociali. L’Italia degna alza la testa e cerca di affermare un principio di buon senso: se causa dell’attentato sono le idee fasciste, bisogna estirpare queste idee e non dare spazio a chi le diffonde, ricostruire una convivenza civile, metterci insieme bianchi e neri contro i nostri comuni nemici, che sono quelli che ci fanno vivere così, che ci tagliano servizi, che ci mettono in competizione per risorse scarse, quando le risorse che ci sono vanno nelle tasche dei ricchi italiani.

  1. Cosa succederà sabato?

È molto probabile che Minniti, scavalcato dall’ondata di indignazione, debba cercare in qualche modo di salvare la faccia. Non è da escludere che potrebbe provare a vietare il corteo e a creare un problema di ordine pubblico, per non discutere più nel merito dei fatti ma cercare solo di criminalizzare i manifestanti. Di sicuro renderà difficile la partecipazione, come fa ultimamente, bloccando autobus e facendo infiniti quanto inutili controlli. Ma ormai le tante persone che andranno a Macerata per manifestare non possono più essere fermate, quindi quello che accadrà è semplicemente quello che doveva accade, che poi sarebbe la normalità: ovvero che si tenga un corteo antifascista in un paese che l’antifascismo ce l’ha nella sua Costituzione.  

  1. Perché è importante andare?

Innanzitutto per quello che è successo sabato scorso: perché di fronte a fatti così gravi non si può rimanere in silenzio. Bisogna stringersi, riconoscersi, organizzare la solidarietà. Se non c’è questa reazione il nostro paese rischia di essere perduto. Inizieremo a riconoscere le vittime solo quando saranno le “nostre”, permetteremo che le bande fasciste agiscano indisturbate, e un giorno colpiscano “il nero” un altro giorno “il gay” e il giorno dopo chissà, sprofonderemo nella guerra di tutti contro tutti. Noi invece siamo estremisti dell’umanità, e dove l’umanità viene violata, come è successo sabato scorso con l’attentato terroristico di matrice fascista, noi interveniamo per riabilitarla, per rimettere insieme quello che le pallottole materiali (e quelle verbali dei giorni successivi) hanno distrutto.  

In secondo luogo perché non si può cedere ai ricatti di chi governa. Il PD lede uno dei diritti democratici basilare, quello di manifestare, e lo lede peraltro solo per gli antifascisti. Nemmeno la Democrazia Cristiana aveva osato tanto…

In terzo luogo perché la gestione dell’attentato è stata tremenda, e ha comportato un ulteriore spostamento a destra del quadro politico. Diffondere odio e paura è funzionale a chi non vuole che si parli dei veri problemi del paese e di contenuti. I fascisti, le sistematiche ondate di xenofobia, servono a distrarre l’opinione pubblica e a canalizzare la rabbia delle persone. Sei senza lavoro, ti chiudono scuole e ospedali, ti aumentano le tasse: ma hai sempre qualcuno più debole di te su cui scaricare la rabbia.

Andare a Macerata serve allora a ricostruire un senso di comunità, serve a far vedere tutta quell’Italia che collabora, che sa indirizzare l’odio verso i veri responsabili. Serve a mostrare la nostra forza e la forza delle nostre idee, permettere di porre i nostri bisogni, organizzarci per ottenere diritti per tutti.

Noi saremo a Macerata per rifiutare questo clima di tensione, la paura, l’odio verso chi è come noi. Per iniziare a costruire un’Italia diversa, in cui ci sia riconoscimento, rispetto, in cui contino le persone e non i profitti o il colore della pelle, in cui la ricchezza sia equamente distribuita. Si può fare davvero, sta già succedendo in mezza Europa.

Scendiamo in piazza sabato, e il 4 marzo diamo forza all’antifascismo votando Potere al Popolo!. Costruiamo una diga anche elettorale contro l’avanzata delle destre. Più voti prenderanno questi soggetti, più andranno in televisione e saranno ascoltati, più soldi avranno, più il loro odio schifoso circolerà, più “folli” aggregheranno.

Ma se interrompiamo questa spirale, se diamo forza all’unico soggetto realmente antifascista di queste elezioni, allora queste idee e questi valori riprenderanno lo spazio che meritano!

Non abbiamo visto il meteo, ma sabato a Macerata ci sarà il sole!

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