
Dopo aver denunciato la presenza di un agente della polizia sotto copertura nelle nostre fila, la Polizia di Stato ha provato a smentire.
La reazione rilasciata dalla Polizia alle agenzie non regge.
Nello specifico si scrive che il presunto agente-spia partecipava agli eventi di Potere al popolo col proprio vero nome, cui corrispondeva un profilo social che lo ritraeva in divisa.
Qui sta la grande falsità: è vero che l’agente in questione non aveva cambiato nome, ma il suo profilo Instagram era stato accuratamente ripulito!
Come scrive Fanpage infatti “il profilo del presunto poliziotto infiltrato dove non c’erano affatto sue foto con la divisa della polizia di stato. Anzi il profilo era accuratamente ripulito da ogni appartenenza alle forze dell’ordine, e mostrava invece una serie di riferimenti all’attività di Potere al popolo.”
Quanto è avvenuto è abbastanza chiaro: per spiarci non si è voluto utilizzare una identità fittizia, perché se in una organizzazione si presenta un ragazzo di vent’anni senza social o con account aperti da poco parte subito il sospetto. Era meglio dunque “ripulire” social esistenti da contenuti o amicizie sospetti e presentarsi in modo realistico: è esattamente quello che è stato fatto in questo caso.
Peccato che non sia stato fatto lo stesso con gli account legati a suoi colleghi del corso in polizia, dove sono state trovate le foto del giuramento in polizia del poliziotto e anche altre foto in divisa con i colleghi.
Dobbiamo rompere il silenzio che il potere mediatico e politico stanno tenendo su questa vicenda. Facciamo appello a tutte e tutti per fare pressione affinchè il Governo Meloni, il ministro della Giustizia Nordio e il Ministro degli Interni Piantedosi forniscano delle risposte immediate!
Già sono partite diverse interrogazioni dalle opposizioni parlamentari. È necessario però mobilitarsi affinchè non cali il silenzio su questa vicenda. Prossimo appuntamento la manifestazione del 31 maggio contro il decreto sicurezza a Roma.