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BLOCCHIAMO TUTTO, SI PUÒ CAMBIARE TUTTO! NON ABBASSIAMO LA GUARDIA, ORGANIZZIAMOCI! PROPONIAMO 100 ASSEMBLEE OPERATIVE PERMANENTI PER FERMARE IL GENOCIDIO E FERMARE LA GUERRA

Il rientro dell’equipaggio della Global Sumud Flotilla non esaurisce il percorso che abbiamo iniziato, anzi. Innanzitutto perché il popolo palestinese è ancora sotto l’azione martellante dell’esercito israeliano e il genocidio non si è fermato. Ma anche perché è sempre più evidente la ragione della complicità del governo Meloni con lo Stato terrorista di Israele.

Tel Aviv sta agendo per conto dei paesi occidentali, Stati Uniti in testa, sta facendo il lavoro sporco per loro, come ha ammesso il cancelliere tedesco Merz qualche mese fa. Israele è il paese che guida la crociata dell’occidente contro il resto del mondo, il leader mondiale del neocolonialismo e della salvaguardia della supremazia bianca sul pianeta. Ecco perché, mentre i paesi europei mantengono inalterato il sostegno al regime di Netanyahu, contemporaneamente approvano un gigantesco piano di riarmo da 800 miliardi, aumentano le risorse economiche alla Nato e promuovono una drastica conversione del sistema produttivo verso l’economia di guerra. La complicità con Israele e le politiche di riarmo sono le due facce di una stessa medaglia. E il prezzo che stiamo pagando per queste politiche da incubo lo sentiamo nei salari e nelle condizioni di vita e di lavoro.

La riuscita di due scioperi generali in pochi giorni e i milioni di persone che si sono riversati nelle piazze di tutto il Paese, bloccando porti, stazioni ed autostrade, segnalano un risveglio molto forte della voglia di cambiamento. L’opposizione parlamentare non è stata in grado farsi interprete di questa spinta ed ora non dobbiamo consentirgli di imbrigliarla nelle vecchie logiche che portano alla sconfitta e alla smobilitazione. C’è la possibilità di scrivere una pagina completamente nuova e non dobbiamo lasciarci intimorire.

La solidarietà al popolo palestinese deve restare la priorità di tutti e dobbiamo continuare a boicottare e sanzionare l’economia israeliana, in modo sempre più capillare, a cominciare dal blocco del commercio delle armi con Israele. Ma è arrivato il momento di allargare il nostro sguardo alle politiche di riarmo, sapendo che “non vogliamo lavorare per la guerra”. Dal rifiuto di collaborare con le operazioni belliche all’obiezione di coscienza verso le attività che alimentano il settore militare: è il momento di organizzare una mobilitazione permanente che impedisca al governo Meloni di trascinarci verso la guerra. E per farlo abbiamo bisogno di collegare la lotta contro la guerra agli effetti sociali del riarmo: i bassi salari, l’aumento dello sfruttamento, la precarietà, il taglio dei servizi pubblici, il carovita. È ora di costruire un ampio fronte popolare contro il governo Meloni che non svenda la straordinaria partecipazione di queste settimane.

Le 100 piazze per Gaza ora devono avere la capacità di trasformarsi in 100 assemblee permanenti operative e darsi da subito un piano d’azione che le porti in poche settimane a convocare una grande assemblea nazionale per “Blocchiamo tutto – Blocchiamo genocidio, guerra e riarmo”.

Non è il momento di fermarsi ma di organizzarsi in tutto il Paese per proseguire la mobilitazione. Ora sappiamo che è possibile. Blocchiamo tutto per cambiare tutto.

  1. Potere al Popolo
  2. Unione Sindacale di Base
  3. CALP
  4. Ex Opg Je so Pazzo – Napoli
  5. Movimento per il diritto all’abitare
  6. Cambiare Rotta
  7. Collettivi Autorganizzati Universitari – CAU
  8. Organizzazione Studentesca d’Alternativa
  9. Movimento Migranti e Rifugiati – Napoli
  10. Donne contro la guerra e genocidio
  11. Casa del popolo Marielle Franco – Pavia
  12. Centro sociale Intifada
  13. Ecoresistenze
  14. ecologia politica Napoli
  15. Casa del Popolo Silvia Picci – Lecce
  16. Spazio Catai – Padova
  17. Casa del Popolo Estella – Torino
  18. Studenti Autorganizzati Campani (SAC)
  19. Casa del Popolo Marano Mugnano Calvizzano
  20. Contropiano
  21. Rete dei Comunisti
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