Potere al popolo scende in piazza contro la violenza patriarcale e sistemica che tutti i giorni viviamo sui posti di lavoro, tra le mura domestiche, nei luoghi della formazione, per strada…
Potere al Popolo sarà in piazza sabato 23 novembre per partecipare alla manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne organizzata da Non Una Di meno.
Crediamo sia importante manifestare, unitx e solidali, contro le numerose forme di violenza che quotidianamente si subiscono fra le mura domestiche, al lavoro, per strada, a scuola o nelle università, riconoscendo la matrice sistemica e patriarcale esercitata sui nostri corpi e sulle nostre vite. Tuttavia, non vogliamo che questa data sia un semplice numero da ricordare, bisogna lottare ogni giorno e ripudiare ogni forma patriarcale, sessista, machista e misogina affinché l’autodeterminazione di tutte le donne e tutte le soggettività lgbtqipa+ venga esaudita.
Ogni 72 ore in Italia una donna viene uccisa da una persona di sua conoscenza, solitamente il suo partner, e continuano le violenze omolesbotransfobiche. Non è semplicemente il diritto alla vita e i diritti civili che vogliamo difendere, ma anche i diritti sociali e economici, perché la violenza sulle donne non è solo quella fisica ma è anche quella economica, per chi ad esempio deve dipendere economicamente da un’altra persona, chi è costretta in una relazione malsana o addirittura violenta per avere un tetto sulla testa per sé o per i propri figli, chi è tra le milioni di donne che vivono in condizioni di indigenza o non dispongono di redditi propri, chi pur essendo riuscita ad avere un contratto stabile sa di dover dimostrare di più di aver “meritato” la propria posizione, etc… Come Non una di Meno, pensiamo che “L’indipendenza economica è la condizione fondamentale per affrancarsi dalla violenza, per essere libere di scegliere: le molestie e gli abusi si riproducono in condizioni di minaccia e di ricatto, nella vergogna e nella solitudine (…) Vogliamo essere liber* dalla povertà, dallo sfruttamento, dal rischio di licenziamento o del mancato rinnovo di contratto e dei documenti di soggiorno.”
Violenza sulle donne è anche quella istituzionale, quando il giudice dice che le molestie subite erano consenzienti perché avevi il perizoma, oppure, quando il passato governo gialloverde proponeva un decreto-legge – vedi Ddl Pillon – dove è data per vera la “sindrome di alienazione parentale” una teoria fasulla utilizzata come strumento punitivo per le donne che si separano e un deterrente alla denuncia per le donne che subiscono violenza domestica e che viene utilizzata sempre più spesso dai giudici nelle cause di divorzio. Anche l’attuale governo sta facendo poco o nulla al riguardo o addirittura ritiene che la questione di genere passi in secondo piano rispetto alle altre e, se la porta in auge, è solo per metterla a profitto e di consensi. Pensiamo per esempio che l’IVA del 22% sugli assorbenti sia estremamente lesiva sia in termini economici che per quanto riguarda l’autodeterminazione delle donne e pensiamo che anche la proposta di abbassarla al 10% significhi non riconoscere che il ciclo non è un lusso. Vogliamo la completa gratuità di assorbenti, tamponi e pannolini!
La violenza sulle donne è sistemica, in quanto le politiche di austerità e di neoliberismo, lo sfruttamento e le diseguaglianze crescenti che caratterizzano il sistema sociale in cui viviamo non fanno che aumentare il divario tra le classi popolari e una piccola élite, andando a pesare in particolar modo sulle donne. I continui tagli alla sanità, all’istruzione e a tutti i servizi pubblici infatti fanno pesar sempre di più il lavoro di cura e il lavoro “riproduttivo” sulle donne. Lo smantellamento del welfare state e dei consultori pubblici, cosi come l’obiezione di coscienza dilagante, ostacolano l’autodeterminazione economica, sessuale e riproduttiva delle donne e la loro integrità fisica. Richiudendo le donne nella sfera domestica del lavoro di cura, alimentano la violenza privata, tra le mura domestiche, dove si svolgono la stragrande maggioranza delle violenze fisiche e sessuali sulle donne. Inoltre, non garantendo la gratuità e il libero accesso a cure, controlli e trattamenti sanitari alle donne e a tutte le soggettività lgbtqipa+, aumentano la loro vulnerabilità fisica e psicologica.
Come Potere al Popolo, riteniamo che tutti i diritti civili debbano essere paritari a quelli sociali, cercando di sradicare e sconfiggere il patriarcato in tutti i settori dove la sta facendo da padrone, mettendo a critica, a partire da noi, tutte quelle pratiche sessiste, machiste in cui tutti i giorni siamo immersx, e da cui è difficile esimersi, e cercando di solidarizzare con il 99% costituito da tutte le donne e le soggettivita lgbtquiap+ le cui vite ogni giorno vengono messe a profitto dal capitalismo grazie all’aiuto del patriarcato. Per queste ragioni pensiamo sia necessario e fondamentale manifestare il 23 a Roma oltre che assumere quotidianamente delle pratiche di lotta in linea con le tematiche espresse nella chiamata alla mobilitazione.
Ci vediamo sabato 23 novembre a Roma alle ore 14.00 in piazza della Repubblica per la manifestazione nazionale.
Potere al Popolo!