Si è riunito oggi a Roma il Coordinamento Nazionale di Potere al Popolo!, che ha discusso dell’impegno verso le prossime elezioni alla luce delle consultazioni fra gli aderenti sulla piattaforma online. Il Coordinamento ha innanzitutto registrato l’incremento della partecipazione (oltre 2000 sono stati i votanti) in seguito ai dibattiti sui territori, l’attenzione degli aderenti verso l’analisi e i contenuti, e la bontà di un metodo decisionale che rimette a tutti gli iscritti le scelte importanti dell’organizzazione.
Il risultato dell’ultima consultazione è stato il seguente. Sul primo quesito il 53% dei votanti si è detto “favorevole ad andare in alleanza e partecipare insieme alle altre forze che condividono i nostri contenuti, anche senza il simbolo di Potere al Popolo”. Il 43% si è espresso invece per “andare da soli, con i propri contenuti e il proprio simbolo”. Quanto al secondo quesito, “in quale alleanza deve andare Potere al Popolo”, il 70% dei votanti ha optato per “la partecipazione con De Magistris e le altre forze politiche che accettano i nostri contenuti”.
Il Coordinamento assume dunque il compito di costruire l’alleanza con De Magistris, verificando il più rapidamente possibile (entro il 17 febbraio) se i contenuti e le pratiche di tale alleanza siano compatibili con quelli espressi da Potere al Popolo! in quest’anno e mezzo di impegno e di lotte.
Potere al Popolo! nasce proprio per marcare una differenza dalle esperienze del passato, soprattutto da liste elettorali in cui dentro c’è tutto e il contrario di tutto e in cui ogni candidato parla una lingua diversa. Pensiamo che questo non sarebbe comprensibile per la nostra gente e che si possa e si debba invece costruire un’alleanza basata su una visione chiara e un progetto radicalmente alternativo sia al campo dell’europeismo liberista del PD, sia a quello nazionalista liberista di Lega e 5 Stelle.
Concretamente, sono discriminanti per noi i seguenti punti, che sono già stati condivisi negli incontri avuti con DEMA (in particolare quelli riguardanti le questioni internazionali che, trattandosi di elezioni europee, sono ineludibili):
1. La rottura dei Trattati europei, non è una questione ideologica, ma un passaggio imprescindibile per realizzare quello che da anni chiedono le classi popolari europee (politiche sociali e del lavoro, redistribuzione della ricchezza, recupero della sovranità popolare come scritto nella nostra Costituzione). Questi Trattati non sono mai stati votati dal popolo italiano e rappresentano oggi il vincolo che strozza intere popolazioni (come abbiamo visto in Grecia). Non si può più confondere l’Unione Europea, che è questo progetto neoliberista, con l’Europa. Questo è ormai chiaro a molti movimenti sociali e politici di altri paesi europei, come ad esempio La France Insoumise, che mettono al centro la disobbedienza immediata e condivisa a livello comunitario ai diktat dei Trattati, e, laddove gli apparati dell’UE
impedissero l’effettiva realizzazione della volontà popolare, contemplano anche la possibilità di una rottura unilaterale per riconfigurare fra i diversi Stati un nuovo tipo di rapporto, più libero e giusto.
2. Revisione radicale delle spese e delle servitù militari, della nostra adesione alla NATO e della collocazione internazionale dell’Italia. Non possiamo permettere che il nostro paese sia complice di golpe militari come quello che la destra sudamericana e Trump hanno ordito contro il governo di Maduro in Venezuela. Ci sembra gravissimo l’ultimatum rivolto dall’UE a uno stato libero e sovrano, foriero di nuove guerre e tragedie e che viola il principio dell’autodeterminazione dei popoli. Per noi sarebbe impossibile condividere un percorso con chi accetta che i governi possano essere cambiati con i colpi di stato o con le guerre, come abbiamo già visto troppe volte in questi trent’anni.
3. Se vogliamo costruire un’alleanza di tipo nuovo e credibile agli occhi dei settori popolari massacrati dalle politiche del centrosinistra e della destra, non si può non essere alternativi al PD sia livello nazionale che locale.
4. Infine, pensiamo che un’alleanza che voglia trasformare la società non possa prescindere da una forte caratterizzazione rispetto alle questioni di genere, nel programma, nell’organizzazione e nella comunicazione.
Sulla base delle risposte a questi punti e del profilo complessivo che assumerà quest’alleanza, Potere al Popolo! deciderà la prosecuzione o meno di questo percorso.
Indipendentemente dall’esito degli incontri, ci impegniamo a costruire una iniziativa politica di approfondimento e confronto sulla questione europea entro la prima metà di marzo.
Rispetto agli altri punti oggetto di discussione, il Coordinamento dispone innanzitutto la riapertura dal 1° febbraio delle adesioni, per il momento da effettuarsi in forma cartacea presso le assemblee territoriali, vista la richiesta di partecipazione che abbiamo potuto verificare in quest’ultimo mese.
In secondo luogo, annunciamo che Potere al Popolo sarà presente con il suo simbolo nella prossima tornata delle elezioni amministrative.
La discussione sulle europee non ha fermato in alcun modo l’attività sociale di Potere al Popolo! nei territori e a livello nazionale. Per questo salutiamo con gioia l’apertura delle nuove Case del Popolo, come quella di Pavia, e invitiamo a moltiplicare sempre di più questi luoghi di aggregazione, iniziativa culturale e conflitto.
In questi giorni siamo scesi in piazza in solidarietà con il Venezuela bolivariano e invitiamo a partecipare alle ulteriori date di mobilitazione che si costruiranno a livello locale e nazionale.
Infine, stiamo lavorando per la riuscita, insieme a tanti collettivi, reti ambientali, forze sociali, della manifestazione contro TAV e grandi opere inutili del 23 marzo a Roma, che dovrà vedere una forte presenza organizzata di Potere al Popolo!.