Peccato che non lo troverete sui TG, o sui grandi quotidiani.
Perché queste cose fanno bene a tutto il Paese: sono un bell’esempio di partecipazione, di gioia, di speranza.
Il 18 marzo Potere al Popolo ha tenuto la sua assemblea nazionale a Roma. A sole due settimane dalle elezioni. A 4 mesi esatti dalla sua nascita, il 18 novembre 2017.
Teatro stracolmo, 1200 persone. E fuori, ad ascoltare dalle casse, altre 300.
Dieci bus da tutta Italia. Persone giunte a Roma dalla Sicilia e dalla Val d’Aosta, pagando il biglietto di tasca propria. Lavoratori che si sono privati di ore di sonno, di una domenica di svago, solo per partecipare, dire la propria, ascoltare, incontrarsi.
Non per tornaconto personale, non perché c’è potere, soldi e fama da dividersi. Ma solo per la passione di fare politica, di cambiare il mondo insieme ad altri. Per la voglia di sentirsi appartenenti a una comunità in questo mondo che ci individualizza e ci mette l’uno contro l’altro.
51 interventi – 26 da assemblee territoriali, 14 da forze politiche e sociali, 11 da intellettuali, esperti, artisti…
5 ore di assemblea, di parole antiche e nuovissime, di “parole che fanno vivere”: lotta, solidarietà, diritti, mutualismo, conflitto, fiducia, democrazia reale, giustizia sociale…
E un messaggio che vuole arrivare in tutto il paese: Potere al Popolo è nato sotto elezioni ma non è nato per le elezioni, è un movimento che va molto più avanti e scava nel profondo.
Un movimento che nelle prossime settimane si strutturerà sempre meglio per favorire la partecipazione di tutte e tutti, con piattaforme web e assemblee territoriali in tutto il paese. Fino a diventare un’organizzazione di massa, radicale e matura.
Un movimento che migliorerà sempre di più, grazie al dibattito collettivo e mettendo a valore le competenze. Che approfondirà in ogni dettaglio il suo programma e la sua analisi per renderli adatti alle complesse sfide che abbiamo di fronte.
Un movimento che da subito aprirà percorsi di mutualismo – sportelli legali gratuiti, doposcuola popolari, palestre, teatri, ambulatori accessibili a tutti – perché si può rispondere ai problemi delle persone e alle carenze delle istituzioni anche prima di andare al governo…
Un movimento che aprirà sedi e Case del Popolo per mettersi al servizio dei territori, dare modo alle persone di partecipare, dare il giusto peso alla vita di ognuno, far prendere alle classi popolari la consapevolezza della propria forza.
Che sarà sui posti di lavoro al fianco di chi lotta, vicino agli sfrattati e agli occupanti casa, vicino ai migranti sfruttati, vicino a chi chiede reddito, a chi ha una pensione bassa, a chi non ce la fa più, nelle periferie e nei Sud di tutta Italia.
In quattro mesi, nascendo, facendo la campagna elettorale, resistendo a tutto, abbiamo fatto un mezzo miracolo.
Ora dobbiamo fare l’altra metà: radicarci, allargare, costruire.
Sappiamo che non sarà facile: bisogna inventare nuove forme di partecipazione, riprenderci le persone a una a una, incalzare il prossimo Governo e i partiti sulle tante promesse che hanno fatto e che non manterranno.
Ci vorrà pazienza, determinazione, studio, confronto, mobilitazione. Ma nulla viene senza sforzo e subito. E siamo sicuri che, fra altri quattro mesi, guardandoci dietro, potremo dire di aver fatto qualcosa di grande, di innovativo, di utile, di storico.
Abbiamo una bellissima strada davanti. Percorriamola insieme!