Buccino è un piccolo paese nel salernitano, al confine con la Basilicata. 5000 anime. Pochi anni fa, prima della crisi, erano quasi mille in più. Carfizzi, provincia di Crotone. Un altro paese dell’entroterra. Negli anni Ottanta c’erano 1400 abitanti. Oggi sono la metà. I primi ad andar via sono i giovani. A Buccino come a Carfizzi, come in tutto il Sud.
Quasi due milioni negli anni 2000.
A Carfizzi il 3 agosto c’è la festa del ritorno. Si incontrano gli emigranti. Tutto il Sud è così. Si aspetta agosto per fare centinaia, migliaia di km, ritrovare quella comunità frammentata, devastata dallo spopolamento. E nessun governo ha progetti per impedire che questo processo continui, che si continui ad andar via dalla propria terra. L’emigrazione serve per fare un titolo sui “cervelli in fuga” e poco più. Ma poi chi rimane? Chi affronta i problemi?
A Buccino, però, c’è un fatto nuovo. Piccolo, sicuramente. Ma foriero di quella speranza che in troppi pare vogliano annichilire. È nata infatti una Casa del Popolo, grazie ai giovani e meno giovani di Potere al Popolo Buccino. Si sono messi insieme, per lottare. Per non dover esser costretti a partire. Si ragiona di futuro, qui, in quella che Manlio Rossi Doria definì “terra dell’osso” (in quanto scheletro del paese). Una parola che grazie anche ai governi degli ultimi tren’tanni da queste parti fa sempre più rima con “altrove”.
Radichiamoci ovunque, nei grandi e nei piccoli centri. In città e in campagna. In pianura e in montagna. Ovunque una Casa del Popolo. Ovunque la sperimentazione di risposta, di soluzioni. Per non consegnare il futuro a un passato che conosciamo troppo bene.