La Commissione di garanzia sugli scioperi ha intimato a Cgil e Uil di revocare lo sciopero previsto per il prossimo venerdì per una serie di settori, a partire dal trasporto pubblico, con la motivazione che non si tratterebbe di uno sciopero generale – che può derogare ad alcune regole imposte dalla l. 146/90 – ma di uno sciopero intersettoriale, che deve rispettare il principio della rarefazione e tenere quindi conto di precedenti scioperi proclamati in diversi settori.
La commissione non dà alcun riferimento normativo per motivare il suo giudizio, se non i suoi pareri precedenti. Da vent’anni e più la commissione lavora, col supporto della nefasta legge 146/90, a rendere sempre più difficile l’indizione di un vero e proprio sciopero generale. Con le ultime decisioni lo subordina alle stesse regole degli scioperi di settore, in barba al carattere appunto “generale” di quest’ultimo, le cui tematiche non possono essere riconducibili a vertenze specifiche.
*L’organo di garanzia all’attacco insieme al governo*
L’intervento del cosiddetto organo di garanzia è stato anticipato dalle esternazioni del solito Salvini che minacciava la precettazione – già fatta nel passato, in classico stile fa**ista– per il settore dei trasporti. Si configura quindi una situazione in cui un organo teoricamente neutro di fatto lavora per la controparte di uno sciopero, in questo caso, essendo lo sciopero generale, il Governo.
*Rispondere aderendo in massa allo sciopero e lottando per cancellare la legge 146/90*
Non ne possiamo più dell’attacco a chi lavora e decide di scioperare, delle accuse di volere un week end lungo da parte di chi non ha mai lavorato nemmeno un giorno in vita sua. Lo sciopero è una scelta difficile, specialmente in tempi come questi dove il potere d’acquisto dei salari è crollato paurosamente. Non ne possiamo più nemmeno della falsa contrapposizione tra “utenti” e “lavoratrici e lavoratori”, come se i/le prime/i non lavorassero e prendessero gli autobus per sport. Il carovita, i salari bassi, la degradazione delle condizioni di lavoro e di vita riguarda tutte e tutti, tranne i poltronisti al governo e a capo delle grandi aziende.
Lo sciopero è un diritto garantito dalla Costituzione, nessuno lo può toccare.
Invitiamo ad aderire in massa alla giornata di sciopero del 17 – in cui, oltre a Cgil e Uil, si fermeranno anche USB pubblico impiego e Si Cobas, che ha chiamato uno sciopero contro il genocidio del popolo palestinese – anche per difendere lo strumento principale nelle mani di chi lavora!