LA NATO NON È UN FATTORE DI PACE, MA UN FATTORE DI GUERRA! PIÚ DI 200 PERSONE AL PRESIDIO ORGANIZZATO DAVANTI ALLA NATO
Oggi una vasta rete di realtà politiche, sociali e sindacali, da Potere al Popolo e Caserta Decide a Dema, dall’Ex OPG “Je so’ pazzo” e Laboratorio Mille Piani all’USB, passando per gli Studenti Autorganizzati Campani, il Movimento Migranti e le reti pacifiste provenienti da tutta la Campania, hanno costruito una giornata mobilitazione contro la guerra che si sta prefigurando in Ucraina. Il presidio si è svolto davanti alla base NATO di Lago Patria alle ore 11:00, e ha visto la partecipazione di più di 200 persone.
A tal proposito, i portavoce nazionali di Potere al Popolo, Marta Collot e Giuliano Granato, hanno dichiarato: “La NATO è il maggiore fattore di destabilizzazione a livello internazionale. Non è fattore di pace ma fattore di guerra. Chiedere che la NATO venga sciolta come alleanza militare significa contribuire veramente alla pace del mondo. In queste ore infatti si discute di un ulteriore invio di truppe italiane verso i paesi dell’Est Europa. Significa contribuire alla militarizzazione del confine ucraino, significa contribuire alla guerra. L’Italia deve rifiutarsi, per promuovere veramente la pace”
“Mentre i popoli europei vedono aumentare le bollette, il costo della vita, l’inflazione anche su beni di prima necessità, e diminuire i salari, l’offerta di servizi pubblici e la qualità della vita”, hanno dichiarato tutti gli organizzatori del presidio, “gli Stati Uniti, la NATO, l’UE, ricominciano a parlare di sanzioni, di attacchi, di invasioni… L’intero continente è ancora una volta attraversato da preparativi bellici. Si diffondono fake news che servono a far abituare i cittadini a questa eventualità. Ancora una volta gli Stati Uniti spingono sui loro alleati per allargare la NATO e concludere così l’accerchiamento della Russia. Perché gli USA e la NATO devono guidare il mondo e mantenere ovunque il predominio dei capitali occidentali”.
“Anche il nostro Paese è dentro fino al collo in questa corsa militarista”, ricordano le reti campane “non solo perché un eventuale nuovo contingente sul fronte orientale si andrebbe a sommare ai 400 uomini già dispiegati tra Lettonia e Romania. Ma perché queste operazioni, l’adesione alla NATO, le spese militari vengono sostenute dalle nostre tasse, dallo sforzo di milioni di lavoratrici e lavoratori che in queste avventure hanno solo da rimetterci”.
Ecco cosa hanno chiesto gli organizzatori:
- “Rispetto dell’articolo 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra”. No all’utilizzo delle basi militari USA e NATO sul nostro territorio. Non vogliamo che la nostra penisola si trasformi in una piattaforma logistica per spargere morte e distruzione.
- No all’invio delle truppe italiane. Questo costituirebbe infatti un fattore di oggettiva escalation, quando ciò di cui avremmo bisogno è un processo di chiara de-militarizzazione;
- Il taglio delle spese militari: mentre ci viene detto che non ci sono i soldi necessari per far fronte alla pesante crisi sociale, economica e sanitaria in cui ci troviamo – l’elenco è lungo: da investimenti veri nella sanità pubblica, passando per scuole nuove e a misura effettivamente di studenti e docenti, arrivando a trasporti pubblici che oggi allo sfascio, con bus e carrozze sempre più simili a carri bestiame – i soldi per la guerra si trovano sempre.
- Di dichiarare finalmente la NATO un fattore di destabilizzazione per tutti popoli. Bisognerebbe relegarla alla storia e cominciare a ragionare seriamente su un nuovo ruolo internazionale dell’Italia che ne faccia non più una vassalla degli USA, ma un Paese autonomo, che metta il perseguimento della pace e di ordine democratico mondiale al primo posto”.
Alla piattaforma hanno aderito: Potere al Popolo, Caserta Decide, Dema, Rete dei Comunisti, Ex OPG Occupato “Je so’ pazzo”, Laboratorio Mille Piani, Villetta Giaquinto, Unione Sindacale di Base, Studenti Autorganizzati Campani, Collettivo Autorganizzato Universitario, Movimento Migranti e Rifugiati, Cambiare Rotta.