Anche in questi primi sei mesi del nuovo anno abbiamo assistito al continuo e lunghissimo elenco di crisi aziendali che hanno attaccato diritti e posti di lavoro (Mercatone Uno, Treofan, Pernigotti, ArcelorMittal, solo per citare alcune tra le più note).
Tra queste, l’ultima in ordine di tempo è quella che ha investito la Whirlpool di Napoli.
Permetteteci un breve excursus di questa storia aziendale,
utile per capire non solo il caso specifico, ma anche la situazione lavorativa del nostro paese e lo stato di salute dei diritti dei lavoratori.
Questo stabilimento ha significato per oltre due generazioni di napoletani lavoro, pane, casa, dignità. Ma anche sacrifici.
Pur di difendere la fabbrica, il posto di lavoro e le loro famiglie, gli operai hanno accettato per anni contratti di solidarietà e migliaia di ore di cassa integrazione.
Ora la Whirlpool ha deciso di abbandonare Napoli
e lo ha fatto nel modo peggiore: mostrando un’immagine del sito di via Argine barrato da una X rossa!
Ma quando c’è stato da approfittare l’azienda non si è tirata indietro.
Nel 2005 la Regione Campania presieduta da Antonio Bassolino annuncia il “Progetto Genesis – polo del bianco”, l’azienda ci mette 20 milioni, altri 37 milioni di soldi pubblici li garantisce la Regione.
Nel 2015 cambia il governo della Regione ma la sostanza resta la stessa: la giunta Caldoro (centro-destra) regala 50 milioni di denaro pubblico per lo stabilimento di Carinaro (Caserta).
Nell’ottobre 2018 Whirlpool vara un nuovo piano industriale: un investimento di 250 milioni tra il 2019 e 2021. Ma ancora una volta l’azienda riesce a succhiare denaro pubblico sotto forma di cassa integrazione straordinaria. Il governo (con Di Maio al Ministero del lavoro), i sindacati e la Regione nuovamente a guida centro-sinistra (De Luca) siglano un accordo che affida a Napoli la produzione della gamma Omnia: lavatrici molto costose e che si vendono poco. La crisi è dietro l’angolo.
A maggio 2019 la minaccia della chiusura. 420 famiglie rischiano di trovarsi per strada. Altri 200 lavoratori dell’indotto tra l’Irpinia e il casertano pure. Con un colpo di spugna, Whirlpool decide di abbandonare il Sud, contribuendo alla desertificazione industriale e all’emorragia di posti di lavoro.
Cosa ci insegna questo breve riepilogo?
Come si vede, in questa storia ci hanno messo le mani un po’ tutti. Ogni volta, ognuno di loro, ha pensato in modo miope solo a tirare avanti un altro po’- quasi sempre tagliando su diritti e salari – , senza nessun provvedimento che garantisse ai lavoratori un serio cambio di passo, maggiori diritti e maggiore sicurezza in merito al mantenimento del posto di lavoro, anche solo sul medio periodo.
Come Potere al popolo! vogliamo contribuire – in questa come nelle altre vertenze che affliggono il paese – a scrivere un finale diverso da quello propinato ai lavoratori.
E’ ora di un serio piano che permetta il mantenimento dei livelli occupazionali e dei diritti dei lavoratori. E’ ora di respingere definitivamente accordi a ribasso, utili solo a posticipare di qualche tempo l’inevitabile precipitazione finale delle situazioni di crisi.
E se le proprietà non sono disposte ad accettare alcun “lieto fine” per chi lavora nelle loro fabbriche, se i manager continuano a comprimere posti di lavoro e diritti: allora è la proprietà che va messa in discussione. Se ancora una volta il privato vuole solo chiudere e “scappare con la cassa” che sia lo Stato a prendersi in carico la produzione e con essa la salvaguardia a tutti i costi di posti di lavoro, salari e diritti.
La battaglia dei 420 lavoratori Whirlpool è anche la nostra. E’ la battaglia di tutti i lavoratori e per questo la sosterremo con tutte le nostre forze!
Infine, una domanda. Dietro ogni prodotto Whirlpool si nasconde sfruttamento e desertificazione, questo è il vero volto di questa multinazionale! E tu, la vorresti una lavatrice prodotta con soldi pubblici ma che hanno solo arricchito un privato e lasciato senza lavoro centinaia di famiglie?!?
Potere al popolo!
invita a supportare la vertenza degli operai Whirlpool
preparandosi a lanciare, nel caso l’azienda rimanesse ferma
nella sua intenzione di chiudere il sito di Napoli,
il boicottaggio dei prodotti Whirlpool.