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IL 30 NOVEMBRE ERAVAMO 25 MILA IN PIAZZA CONTRO IL GENOCIDIO, A SOSTEGNO DELLA RESISTENZA E DELLA PALESTINA LIBERA, CONTRO LA GUERRA TOTALE DI NETANYAHU E DI ISRAELE. ORA RILANCIAMO LA MOBILITAZIONE!

La manifestazione per la Palestina del 30 novembre è stata un importante risultato a cui siamo fieri di aver dato il nostro contributo. Non era scontato: siamo talmente bombardati dalla propaganda filoisraeliana e da un’assenza di risposte efficaci da parte della politica italiana e della comunità internazionale, da rischiare di restare assuefatti da una violenza che sembra non avere freni e limiti.

Fateci caso: i principali giornali continuano a fare da scorta mediatica al genocidio, tanto che è stato difficile trovare un articolo equilibrato sul corteo, che ne raccontasse le ragioni, la varietà della partecipazione e le parole d’ordine. Leggendo tanto Repubblica quanto Libero, sembra che sabato scorso Roma sia stata invasa dagli Unni di Attila. E invece non è andata così: in 25mila abbiamo attraversato la Capitale, in un corteo che ha messo insieme le rappresentanze palestinesi e libanesi con partiti, sindacati e associazioni, unite su una scelta di campo: quella a sostegno della Resistenza Palestinese e contro il genocidio e l’occupazione israeliana. La manifestazione è stata rivolta anche contro tutti i complici occidentali del regime colonialista e genocida israeliano: gli USA, la NATO, la UE, l’establishment politico e la stampa occidentale, tutti colpevoli di armare e giustificare il genocidio in Palestina. Abbiamo puntato il dito contro il Governo Meloni e la finta opposizione parlamentare, perché persino in presenza di una condanna della Corte Penale Internazionale nei confronti di Netanyahu per crimini contro l’umanità, l’Italia continua a fornire copertura diplomatica a Israele, a commerciarci, a collaborare con università direttamente implicate nell’occupazione e nella produzione bellica israeliana, e soprattutto a vendere armi a un esercito occupante e genocida, come ormai diversi report indipendenti testimoniano. La lotta di solidarietà con il popolo palestinese è uno spartiacque, perché mette in discussione un intero ordine internazionale basato sul colonialismo e sugli interessi dei blocchi militare-finanziario-industriali, ponendo al centro l’interesse dei popoli. Non è un caso che la mobilitazione che si è sviluppata nell’ultimo anno sia stata anche una mobilitazione contro la guerra, contro il trasferimento dei soldi pubblici dal welfare alle spese militari, ovvero nelle tasche degli azionisti dell’industria bellica, voluto tanto dalla maggioranza quanto dal centrosinistra in ossequi ai diktat dell’alleato USA. E non è un caso che sia stata anche una mobilitazione a difesa della democrazia nel nostro paese, sempre più irreggimentato tanto a livello dell’informazione, tanto nella possibilità di praticare il diritto allo sciopero e al dissenso, vedi il pericoloso strumento del ddl 1660 in via di approvazione. Uno degli obiettivi raggiunti dal corteo è stato infatti quello di istituire uno spazio nazionale di coordinamento per tutte le realtà organizzate che nell’ultimo anno si sono mobilitate a sostegno della Palestina, in vista di un allargamento delle azioni di boicottaggio verso Israele e di una denuncia della corsa al riarmo in atto. Dalle comunità palestinesi e libanesi, agli studenti che hanno occupato gli atenei contro il genocidio, ai portuali che hanno denunciato il passaggio di armamenti israeliani dai porti italiani, alle varie realtà territoriali che hanno dato vita a migliaia di manifestazioni.

La grande partecipazione di giovani ha confermato che la causa palestinese è oggi il primo motivo di lotta e mobilitazione nel mondo, una scelta di campo e una discriminante politica e morale che impone di prendere posizione.  Noi di Potere al Popolo abbiamo sempre scelto di stare dal lato della Resistenza Palestinese in tutte le sue forme, respingendo ogni equidistanza tra la ferocia genocida del regime sionista e il diritto dei palestinesi oppressi a ribellarsi e combattere. Per noi antisionismo e antifascismo stanno assieme e questo è il discrimine, chi lo condivide sta dalla stessa parte. Per questo ci siamo battuti perché il 30 ci fosse una sola manifestazione, ed è nostro dovere operare perché nel nostro paese ci sia il fronte più vasto ed efficace a fianco della Resistenza Palestinese, in tutte le sue forme. Tutte le e tutti i palestinesi, con il loro peso di lotta e dolore, sono nostre sorelle e fratelli. Tutte le nostre iniziative sono e saranno sempre a fianco di ogni azione e mobilitazione per la Palestina, in totale solidarietà con chi subisce per questo violenza e repressio ne. Questo abbiamo sempre praticato, questo abbiamo fatto il 5 e il 12 ottobre, il 30 novembre, questo continueremo a fare in ogni piazza, lotta, boicottaggio, senza distinzioni, senza divisioni tra buoni e cattivi. Continuiamo a batterci e a mobilitarci. La Palestina prima di tutto.

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