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21 GIUGNO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA CONTRO GUERRA E RIARMO, 24 MAGGIO ASSEMBLEA NAZIONALE.

L’incontro nazionale che si è tenuto a Roma domenica 13 Aprile, promosso da 40 sigle tra partiti, associazioni realtà del sindacalismo di base e del mondo pacifista e studentesco, ha avviato un percorso per la costruzione di una manifestazione nazionale per il 21 giugno a Roma, a pochi giorni dal vertice Nato dell’Aia. Per preparare la manifestazione si convoca una assemblea nazionale il 24 maggio. È fondamentale in questo momento coinvolgere più realtà, organizzazioni, intellettuali e membri della società civile disponibili a costruire un fronte ampio e indipendente contro le politiche belliciste, il riarmo, la Nato e il genocidio in Palestina e per riconvertire gli investimenti in armi in spese sociali. La lotta contro il riarmo e la guerra non può essere merce di scambio elettorale. Per costruire questo percorso sono stati individuati una serie di punti su cui concentrarsi per favorire la maggior convergenza possibile.

1) il disarmo come unica scelta giusta e razionale per il futuro dell’umanità. Il disarmo richiede la immediata de escalation delle armi e delle spese militari, il cessate il fuoco in ogni luogo di guerra per giungere ad un accordo di disarmo generalizzato che metta al bando le armi nucleari e riduca gli eserciti.

2) No al riarmo europeo, nè su base nazionale nè sotto l’ipocrita ombrello della difesa comune europea. L’esercito comune europeo presentato come alternativa al riarmo nazionale, nella UE burocratica e antidemocratica attuale, sarebbe una mostruosità golpista e guerrafondaia . L’Europa deve diventare un continente di pace dall’Atlantico agli Urali.

3) Il primo atto di pace e giustizia nel mondo è la libertà del Popolo Palestinese. Nessuna vera pacificazione sarà possibile se Israele, con il sostegno e la complicità degli USA e dell’Occidente, potrà continuare il genocidio di un intero popolo. Tutti i criminali israeliani e i loro complici vanno portati alla sbarra della giustizia, il regime coloniale di apartheid in Palestina deve essere smantellato con il pieno diritto al ritorno di tutti i profughi cacciati dalla loro terra e l’autodeterminazione democratica. Fino ad allora la resistenza palestinese all’oppressore va sostenuta in tutte le sue forme e Israele va boicottata e sanzionata.

4) Basta con la NATO, unica alleanza militare aggressiva la mondo, che, al di là della retorica liberale, sostiene con le armi e la guerra il suprematismo bianco occidentale. La NATO va sciolta e in ogni caso l’Italia deve uscire dalla NATO e smantellare le enormi basi e servitù militari americane sul suo territorio. Un ruolo neutrale dell’Italia darebbe un grande contributo alla pace in Europa e nel mondo e aprirebbe spazi enormi per lo sviluppo economico e sociale del paese.

5) Stato sociale e non stato di guerra. Vogliamo la forte riduzione e non l’aumento delle spese militari. Vogliamo la fine delle politiche di austerità e non a favore dell’economia di guerra, ma per la sanità pubblica, la scuola e la formazione, le case, i diritti sociali. Vogliamo la fine della guerra contro il lavoro condotta nel nome del profitto e della competitività a tutti i costi, che oggi ci sta portando alla guerra vera e propria. Vogliamo la redistribuzione della ricchezza tra le classi sociali e tra i popoli e la fine del dominio liberista sull’economia e sulla società.

6) La prima difesa dell’ambiente è eliminare la guerra, che resta la prima devastazione e soppressione di ogni forma di vita sul pianeta. Le colossali risorse economiche e scientifiche oggi spese per le armi e per la guerra vanno riconvertite per la giustizia climatica e ambientale. Per fermare la distruzione della natura oggi è necessario un cambiamento generale del sistema di vita a partire dai paesi più ricchi del pianeta, l’economia di guerra e la guerra invece sostengono con le armi e la violenza un sistema non più sostenibile.

7) No al razzismo. No alle politiche discriminatorie, ai muri, alla guerra verso i migranti che si stanno diffondendo tra tutti i governi del mondo occidentale e che sono parte della follia bellicista dilagante. Non c’è libertà se una parte rilevante degli abitanti di un paese non sono cittadini come gli altri e sono considerati solo in base allo sfruttamento al quale possono essere sottoposti. Non c’è pace se dilaga il razzismo di stato verso i migranti che alimenta quello nella società. La distruzione del regime autoritario speciale che opprime i migranti è parte fondamentale della nostra libertà.

8) No allo stato di polizia e al neofascismo. No alla distruzione della democrazia nel nome della sicurezza interna e del nemico esterno. Leggi fasciste come il Decreto Sicurezza vanno contrastate in ogni modo, così come bisogna lottare contro la propaganda bellicista, contro la caccia alle streghe verso il dissenso e il pacifismo. Oggi il sistema mediatico e la propaganda politica reazionaria e liberale invocano censura e repressione contro chi si oppone al genocidio in Palestina o al riarmo per la guerra. L’intolleranza del potere è parte della logica e della politica di guerra e resistere ad essa è un dovere politico e morale.

La riunione ha poi invitato a fare del 25 aprile una data di mobilitazione diffusa contro riarmo guerra e genocidio in Palestina e ha aderito in modo convinto alla manifestazione del 31 maggio a Roma contro il ddl 1660 promossa dalla rete no ddl. Si invitano i territori a una mobilitazione il 2 giugno nelle modalità da decidere nell’assemblea del 24 maggio.

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