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Potere al Popolo Collegio di Molfetta: contributo assemblea nazionale

Continuare, migliorare, crescere.

Sono queste le parole che scandiscono la 4°assemblea nazionale di Potere al Popolo, ed è da queste che vorremmo partire come realtà collettiva sovra comunale per parlare di Potere al Popolo e del suo futuro.

Continuare: da dove partire?  Come? Con chi partire?

Superata la fase emergenziale di Pap, in un cui il livello di provvisorietà degli attuali dirigenti e del coordinamento nazionale è andato ben oltre il loro ruolo, importante e utile per la fase di start up del soggetto, è necessario agire su un processo di consolidamento rappresentativo territoriale.

Ripartire dai territori.

E’ stata questa la parola d’ordine, la bandiera, la novità di Potere al Popolo se consideriamo la scelta delle candidature totalmente dal basso.

E’ necessario quindi riproporre la stessa logica nell’organizzazione strutturale che dovrà generarsi a partire dalla sua base sino a quelle altezze identificate sotto forma di Assemblea Nazionale, Coordinamento Nazionale e Portavoce.

Ma come agire se consideriamo da una parte la presenza di Pap, a oggi macchia di leopardo, e la quasi totale assenza sul territorio di alcuni soggetti nazionali promotori?

La nostra stessa comunità allargata e che racchiude 5 comuni, sta sperimentato che il parlarsi e il confronto costante funziona,  arricchendo tutti e generando una possibile buona pratica da riportare anche a livello nazionale

Per questo pensiamo che una possibile soluzione potrebbe essere la definizione di una unità organizzativa sovracomunale, simile agli attuali collegi elettorali uninominali alla Camera, il quale potrebbe portare a:

– evitare di riportare esattamente la fotografia dell’esistente e mantenere intatto lo status quo delle soggettività all’interno dei comuni

– coinvolgere maggiormente un dialogo tra circoli, presidi, case del popolo vicine per costituire sinergie utili per la crescita collettiva delle esperienze

– evitare di riproporre livelli intermedi come quello provinciale e regionale che sarebbero anche quello preda di una logica non tanto di territorio ma di organizzazioni già precostituite, e, in certi casi, incapaci di facilitare l’interazione tra comunità prossime.

– coinvolgere maggiormente la fase di codecisione e organizzazione tra città istituendo e nominando un coordinamento sovracomunale utile anche in ottica delle nomine per l’assemblea nazionale.

Assemblea nazionale:  

L’assemblea rappresentativa deve essere lo specchio della partecipazione dei territori, espressione dei territori protagonisti.  

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Al fine di eliminare gli stessi meccanismi malsani che hanno caratterizzato vecchi e nuovi soggetti organizzati, l’assemblea dovrebbe essere composta in parte da rappresentanti eletti dalle assemblee territoriali sovracomunali in parte da rappresentanti  delle organizzazioni nazionali.

Ovviamente non vogliamo assegnare percentuali alle componenti ma riteniamo che la grande maggioranza debba essere dei componenti designati dalle assemblee territoriali

Una configurazione di questo tipo da un lato  eviterebbe facili contrapposizioni tra civici e partitici, livello nazionale e  territoriale dall’altro prende atto che delle cinque organizzazioni che hanno dato vita a Pap, quasi nessuna, eccetto in qualche parte Rifondazione Comunista,ha un’ articolazione territoriale.

Ciò permetterebbe, di implementare lo stimolo alla partecipazione popolare e ci darebbe l’opportunità di costituire una soggettività non figlia unicamente di una mera sommatoria di sigle.

L’esecutivo/coordinamento nazionale dovrebbe avere per  logica e omogeneità lo stesso tipo di composizione

In parallelo alla costruzione e quindi miglioramento del costruendo soggetto è indispensabile discutere e prendere una posizione su altri due livelli che dovranno vedere Pap protagonista: Europa e Italia.

Europa

Le elezioni nazionali sono state un’occasione di accelerazione di conoscenza della propria realtà per formalizzare il primo vero passo verso la formazione di un nuovo soggetto.

Per questa ragione è necessario avere la conferma e la certezza che sul piano nazionale vi sia la presenza di una lista di Pap partecipante alle elezioni europee, in cui tutti i componenti attuali vi partecipino e la supportino.

E chiaro che conditio sine qua non per l’esistenza di PAP è la sua partecipazione alle elezioni europee in caso contrario sarà il segno evidente della chiusura di questa esperienza politica perché incapace di crescere e accrescere entusiasmo attorno ad essa.

Questione conseguente alla partecipazione alle elezioni è con che sguardo ci approcciamo all’Europa: è evidente che  a oggi ci siano essenzialmente due linee, quella di Diem 25 per la democratizzazione dell’Europa e la modifica dei trattati, e quella più critica con l’eventuale Plan B dell’uscita dall’Europa, figlia dell’appello di Lisbona tra France Insoumise, Podemos e Bloco de Esquerda.

Riteniamo assolutamente dannoso cercare di tenere insieme artificiosamente queste due linee politiche altamente confliggenti in nome di una generica unità della sinistra ormai preistoria dopo il 4 marzo

E’necessario proseguire nel solco tracciato dall’appello di Lisbona

Italia

Che tipo di opposizione fare a questo governo giallo-verde nascente?

In un contesto parlamentare in cui ci saranno due destre, una al governo e una all’opposizione, una finta antieuropeista che non mette in discussione il capitalismo e il libero mercato, l’altra legata a doppio filo da quella terza via tatcheriana che ha semplicemente promosso politiche di lacrime e sangue tagliando il welfare sociale in nome dell’Europa e dei suoi vincoli, è indispensabile costruire un fronte d’opposizione che si traduca sia sul fronte sociale che politico.

La nostra opposizione deve mettere a tema il superamento dei vincoli finanziari imposti dall’Unione Europea non in termini semplicemente quantitativi ma come vincolo esterno alla sovranità in campo economico e politico.

La riconquista della sovranità economica è il presupposto fondamentale di qualsiasi alternativa alle ricette all’insegna dell’austerity finora attuate

E’ chiaro che per crescere è necessaria una programmazione e pianificazione a lungo periodo.

E’ chiaro inoltre che le formule di partecipazione delle persone e tra persone deve basarsi nella maggior parte dei casi di un confronto vivo tra individui, implementando e innestando l’uso di strumentazioni come il Forum online che non dovrà mai essere né sostituto delle assemblee e né un mezzo svuotato di senso, incapace di intervenire sulle discussioni così come lo è la piattaforma Rousseu di Casaleggio memoria.

Funzioni potrebbero essere invece quella di facilitare la conoscenza di Pap e l’integrazione tra pratiche mutualistiche, mappandole e identificando i relativi attivisti.

Siamo portati a credere che l’unico modo di fare tutti insieme passi in avanti sia quella di evitare in ogni modo il rinchiudersi nelle stesse dinamiche che hanno ucciso la sinistra e il suo senso comune.

Tra il dire e il fare (sinistra) c’è di mezzo l’organizzazione.

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