Compagne e compagni, vi parlo a nome dell’assemblea del nord ovest Milano o del bollatese.
Un’assemblea che si è organizzata attorno al collegio uninominale che unisce i territori dell’hinterland di Milano e della provincia.
Un territorio difficile in cui le condizioni materiali di vita rendono complicato l’incontro, l’organizzazione, dato che molti cittadini possono vivere il proprio territorio nel poco tempo libero che gli rimane dal tempo di lavoro e da quello necessario per raggiungere il luogo di lavoro.
Dove i luoghi di aggregazione tendono a sparire di fronte all’alternativa di un momento di riposo e stacco mentale sul proprio divano di casa davanti a una serie TV.
Credo siano condizioni presenti in diverse parti del territorio nazionale.
Non possiamo raccontarvi di grandi risultati elettorali visto che ci siamo attestati ai livelli nazionali, ma vogliamo raccontarvi di come il percorso di Potere al popolo ci stia facendo superare le distanze, sedimentate negli anni, tra i diversi percorsi partitici e non da cui proveniamo.
Non è stato facile. Non ci siamo risparmiati le nostre litigate, ma ci siamo resi conto quanto fosse alieno il nostro modo di porci, grazie anche allo sguardo stranito dei giovani che, con e grazie a potere al popolo, hanno deciso di provare per la prima volta a dare il loro contributo.
In quel momento abbiamo capito che questa è probabilmente l’ultima occasione per cambiare, per andare oltre le nostre spillette identitarie e lavorare da compagne e compagni.
Lo abbiamo ffatt,otanto che oggi siamo qui, in due delegati dall’assemblea, grazie al contributo economico di tutti, ognuno secondo le proprie possibilità.
In treno, a compensare quei difetti di organizzazione intermedia che forse sono uno degli aspetti a cui porre rimedio.
Troviamo un modo per fare rete, per connetterci, perché questo è uno degli aspetti più importanti di potere al popolo: ci ha permesso di conoscerci, ci ha permesso di ricordarci che abbiamo compagne e compagni anche oltre le nostre conoscenze, che hanno percorso altri sentieri, ma che stanno andando nella nostra stessa identica direzione.
Per quanti di noi conoscere Viola attraverso i suoi interventi è stato motivo di orgoglio? E quante altre Cape toste abbiamo incontrato grazie a potere al popolo? Tante, e di queste tante giovani.
Se essere compagni deriva dal condividere il pane, potere al popolo è stata la nostra tavolata, attorno a cui sedersi.
E festeggiare anche per il solo fatto, si fa per dire, di esserci ricordati che il nostro compito è di unire le classi popolari di tutto il mondo e che non abbiamo da perdere che le nostre catene…allora festeggiare è un dovere!
La nostra Assemblea è tra quelle che si è incontrata in questa settimana. Lo abbiamo fatto perché abbiamo respirato l’urgenza di incontrarci, perché non si spegnesse l’entusiasmo di una campagna elettorale.
Abbiamo respirato bene perché a quest’ultima assemblea abbiamo visto una partecipazione doppia rispetto alle precedenti, grazie a chi ci ha raggiunto anche da lontano, perché nell’urgenza di condividere il suo pensiero ha cercato in rete un’assemblea di potere al popolo e ha trovato la nostra, ma soprattutto grazie ad altri giovani, che abbiamo incontrato sul finire della campagna elettorale, e che hanno deciso di trasformare il loro simpatizzare per noi in condividere un percorso.
Sono passati dal Like allo Share, ma non sui social network ma nel mondo reale.
E non è stato un caso visto che abbiamo passato le ultime mattine di campagna elettorale fuori dalle scuole superiori, quando c’era la neve, e quando noi, oltre che cercare il consenso degli elettori, chiedevamo la partecipazione dei giovani.
In questa assemblea sono emerse diverse considerazioni, tutte propositive sul come andare avanti, sul come colmare le nostre lacune organizzative, su come connettere quelle generazioni lacerate in particolare dalle conseguenze a cui ha portato la mattanza di Genova. Sulla mia generazione in termini di disimpegno e su quelle successive in termini di perdita di punti di riferimento.
Abbiamo raccontato ai giovani, anche ricordando la compagna Graziella Mascia che ci ha lasciato questa settimana, che cosa ha significato quella stagione, di quanto avanzate fossero le nostre rivendicazioni e di quanto giuste fossero. Tanto giuste che decisero di ammazzarci. Abbiamo ricordato Carlo, i suoi 40 anni, e il suo sole che non si è spento.
Gli abbiamo raccontato e promesso di approfondire quella stagione perché ne sentiamo le assonanze con potere al popolo, in grado, come allora, di far incontrare partiti e autonomia in un unico spazio condiviso, dove, preservando le proprie provenienze di origine, unire le lotte.
E loro cosa ci hanno detto? Il ventenne Edoardo ci ha detto, anche a nome dei suoi amici lì presenti, che potere al popolo é stato bravo in termini di campagna mediatica, in particolare per la freschezza delle campagne social. E questo è un modo di ringraziare chi si è ben speso per realizzarle.
Ma ci ha anche detto che la loro è si una generazione fortemente depoliticizzata, difficile da coinvolgere attraverso i riferimenti ideologici, ma che anche tra loro c’è fermento, c’è voglia di immaginare e costruire un altro mondo possibile.
Non chiedono qualcuno che lo faccio per loro, ma qualcuno che lo faccia con loro. E se non saremo noi in grado di intercettare la loro voglia di protagonismo, lo faranno gli stessi che in questi anni hanno riempito le nostre scuole di fascismo.
Per concludere la nostra proposta è prestare particolare attenzione e sforzo in una massiccia campagna di coinvolgimento delle nuove generazioni. Perché con la loro intelligenza e con la loro energia le nostre idee possano continuare a vivere e, soprattutto, tornino ad incidere per la trasformazione dello stato di cose presenti.