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Pontedera – Incontro con Davide Grasso

Intervengono Erdal Karabey, rappresentante coordinamento Toscana Kurdistan, e Luciano Negri, Potere al Popolo Valdera

Davide Grasso è uno degli italiani che in questi anni hanno combattuto in Siria nelle Ypg – Forze siriane democratiche contro l’Isis.
Davide si è arruolato nelle Unità di protezione popolare – Ypg, parte delle Forze siriane democratiche, nel 2016.
Ha effettuato un reportage da Turchia, Palestina, Siria e Iraq per infoaut.org e radiondadurto.org tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016.
Parte del movimento No Tav, conduce da anni una campagna di informazione e mobilitazione in favore della Federazione democratica della Siria del nord, che comprende la regione nota come Rojava (Kurdistan occidentale) e sui problemi della guerra, del neo-colonialismo e dell’islamismo tra Europa e Medio oriente..
E’ autore dei libri “New York regina underground. Racconti dalla Grande Mela” (Stilo, 2013) e “Hevalen. Perché sono andato a combattere l’Isis in Siria” (Alegre, 2017). Ha scritto centinaia di contributi dal Medio oriente, dall’Europa e dagli Stati Uniti su Infoaut, Giap, Carmilla, Alphabeta2 e diversi articoli di teoria della realtà sociale e dell’eredità culturale su riviste storiche e filosofiche.
Molti dei suoi interventi scritti sono racconti sul suo blog, “Quiete o tempesta”.
Collabora stabilmente con Radio Onda d’Urto e ha rilasciato decine di interviste sulla Siria a quotidiani, televisioni, trasmissioni radiofoniche e siti web. Dal 2017 non ha mai smesso di girare scuole, università, teatri, circoli associativi e centri sociali in tutta Italia per informare su ciò che accade in Siria.

HEVALEN: “Rojava”. In curdo vuol dire “ovest”, ma per arrivarci dobbiamo andare verso est, giungere nelle terre che un tempo chiamavamo asia minore. “rojava” è il kurdistan siriano, dove dal 2011 è in corso una rivoluzione, il grande esperimento delle comuni e del “confederalismo democratico”. Un movimento di liberazione egualitario, libertario e femminista, ispirato al pensiero di abdullah ocalan e cresciuto come un bosco in pieno deserto, nel più devastato – e strategico – teatro di guerra del pianeta. Un processo sociale accerchiato da forze reazionarie e sanguinarie: l’isis, il regime di assad a damasco e il regime del caudillo turco, erdogan, appena oltre il confine. Nel 2014 abbiamo trepidato per kobane, città assediata dall’isis e difesa da forze popolari chiamate ypg e ypj. Abbiamo visto le immagini di donne guerrigliere sorridenti scalzare dai media quelle dei tetri tagliagole di daesh, e poi la riscossa: da kobane, divenuta la “stalingrado del medio oriente”, è partita una controffensiva che ha meravigliato il mondo. Meno di tre anni dopo è stata liberata raqqa, sedicente “capitale” dello stato islamico. Come non accadeva dai tempi della guerra civile spagnola, uomini e donne da tanti paesi hanno deciso di raggiungere la siria e partecipare alla rivoluzione, armi alla mano. Uno di loro era davide grasso, militante del centro sociale torinese askatasuna e del movimento no tav. A fargli prendere la decisione è stata la strage al bataclan di parigi, il 13 novembre del 2015. Hevalen, che in curdo significa “gli amici”, “i compagni”, è la storia – ibrida, ruvida, entusiasmante – del suo viaggio, della sua guerra, delle contraddizioni che ogni rivoluzione si porta dentro e deve affrontare.

IL FIORE DEL DESERTO: Ottobre 2017: gli ultimi miliziani dell’isis lasciano raqqa. Marzo 2018: i combattenti delle ypg-ypj si ritirano da afrin, invasa dalla turchia. Sono passati tre anni dalla resistenza di kobane ma la siria del nord è ancora attraversata dalla guerra, mentre gli equilibri tra i diversi attori internazionali continuano a mutare causando nuove devastazioni e vittime innocenti. Resistente e rara come un fiore del deserto, la rivoluzione del rojava è riuscita a prosperare nonostante si trovi al centro del campo di battaglia. Un progetto in espansione che posa le sue fondamenta su una federazione multilinguistica e pluralista, dove hanno luogo le più avanzate sperimentazioni sociali e politiche del nostro tempo: autonomia delle donne, cooperazione comunalistica, autogoverno. Da uno scrittore che ha vissuto sul territorio e ha partecipato attivamente alla lotta, un libro che offre le fondamentali chiavi di comprensione del processo in corso, attraverso numerose testimonianze raccolte in diretta e una serie di riflessioni e approfondimenti sulle diverse fasi del conflitto e della maturazione del percorso rivoluzionario. Un viaggio tra comuni agricole, campi profughi autogestiti, eserciti volontari, paesaggi urbani e fronti di combattimento. Squarci di vita quotidiana, pratiche e prospettive di un movimento confederale che pone ancora alla nostra attenzione il problema del rapporto tra stato e trasformazione, avanguardia e popolo, insurrezione e organizzazione, regole e cambiamento, tradizione ed educazione.

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