Spesso la Danimarca ci viene dipinta come il paradiso democratico e solidale che dovremmo prendere a modello. Ma questa narrazione non corrisponde alla cruda realtà, come ci mostraPotere al Popolo – Circoscrizione Europa.
“Il 10 Luglio, infatti, il Parlamento danese ha approvato una legge per creare 22 aree, identificate come “Ghetto Zones”, in cui chi commetterà crimini (ad esempio furto o atti vandalici) sarà punito con una pena doppia rispetto a chi compierà gli stessi crimini nel resto del territorio sottoposto alla corona danese. Ma come vengono individuate queste 30 zone?
Devono rientrare in almeno 3 dei seguenti criteri:
– La popolazione è formata per oltre il 50% da immigrati non-occidentali;
– Più del 2.7% della popolazione ha precedenti penali;
– La disoccupazione è oltre il 40%;
– Più del 50% della popolazione ha solo un’istruzione di base;
– Il reddito lordo medio è meno del 55% della media della regione;
Oltre al raddoppio della pena, nelle Ghetto Zones è previsto anche l’obbligo per i bambini che hanno compiuto un anno di essere “strappati” dalle famiglie per 25 ore alla settimana ed essere “educati” (indottrinati suona meglio?) su “Valori, tradizioni e lingua danese”. L’inadempienza porterebbe all’interruzione dei sussidi statali per la famiglia.
Questa scelta politica, oltre ad andare contro quasi tutti i diritti umani, fa parte di un processo ben consolidato di integrazione forzata e di gentrificazione delle aree urbane per “l’eliminazione dei ghetto” entro il 2030. In parole povere, per colpa degli immigrati brutti e cattivi, i ricchi non possono speculare su queste aree creando palazzi e appartamenti di lusso. E quindi che gli immigrati vadano alla malora!
La Danimarca dopo aver seguito le altre nazioni europee sull’abolizione del burqa e dopo aver introdotto la confisca dei beni superiori a 1000€ per i richiedenti asilo, fa un bel balzo in avanti nella speciale classifica degli Stati più razzisti.”