Premetto che il mio è un contributo del tutto personale frutto di considerazioni personali rispetto al dibattito che stà emergendo nelle varie realtà territoriali , esso rappresenta un po’ la sintesi dell’ intervento da me tenuto alla Assemblea provinciale di Pap ad Ancona il 12 maggio.
Una breve premessa :dopo il fallimento del Brancaccio che mi aveva visto attivamente partecipe nel mio territorio, ho avuto una fase di “stasi”e di riflessione in quanto non è mia abitudine nel giro di poco tempo passare da una proposta politica ad un’altra (d’altronde la proposta Brancaccio era diversa da quella che proveniva dall’ ex OPG Je so’ pazzo); per cui mi sono accostato a Potere al Popolo con prudenza ma anche curiosità.
Se non ci fosse stata tale proposta, in quel momento esclusivamente elettorale, quasi certamente non avrei voltato il 4 marzo o avrei votato scheda bianca(scelta inedita e dolorosa per me e la mia storia politica).
Di questo sono infinitamente grato a chi ha costruito il progetto e le liste di Potere al Popolo, anche perché si è assunto il coraggio e la responsabilità di uscire dalla dimensione esclusivamente sociale e di movimento per misurarsi con il livello istituzionale ed elettorale-programmatico, coraggio e responsabilità che gran parte dei Centri sociali non si sono ancora assunti.
Lungi da me ritornare su valutazioni sul risultato elettorale che non poteva essere diverso da quello che di fatto è stato e che io considero comunque positivo, mi preme invece qui sottolineare una altra questione alla luce del dibattito che si sta sviluppando ed in preparazione della Assemblea del 26/27 maggio a Napoli.
La domanda per me fondamentale è “che cosa è Potere al Popolo, cosa deve diventare Potere al Popolo?”. Non mi addentro in questioni di tecnica organizzativa che non mi hanno mai appassionato, mi interessa la “essenza “ della questione.
In realtà non ho una risposta definita ed esauriente, dopo le sconfitte e le macerie degli ultimi anni non ho la lucidità e la chiarezza per rispondere in maniera organica e scientifica a questa domanda , invidio chi le possiede.
Ho più chiaro quello che, secondo me, non deve essere e non deve diventare Potere al Popolo.
Potere al Popolo non deve essere un nuovo Centro sociale diffuso sul territorio nazionale che ripete pedissequamente le pratiche degli altri Centri sociali, magari ponendosi in conflitto e competizione con quelli già esistenti, ma deve sforzarsi di essere qualcosa di unificante ed amalgamante rispetto all’ esistente.
Non deve essere un nuovo Sindacato che agisce secondo le modalità e le vertenzialità di un Sindacato, peggio ancora non deve essere la “cinghia di trasmissione” di qualsiasi Sindacato, anche nel senso non tradizionale della cinghia (trasmissione Sindacato- Potere al Popolo).
Potere al Popolo non deve essere una comunità chiusa, al contrario una Comunità accogliente ed aperta non soltanto alle istanze ed alle sofferenze sociali dei territori in cui si opera, ma anche rispetto a chi fa o ho ha fatto politica nei Partiti della Sinistra, nel Sindacato confederale e di Base, nell’ Anpi, nella associazionismo ecc. ecc., stando nei luoghi della politica e del sociale cercando in essi di esercitare la propria cultura ed “egemonia”.
Penso ad un Partito-Movimento (o se preferite Movimento-Partito) ad adesione individuale che coniughi in sè quanto di meglio c’è stato nella organizzazione e nelle pratiche dei Partiti della Sinistra del ‘900 assieme alla spontaneità, trasversalità, democraticità,mutualismo, amicalità dei movimenti che sono nati da Porto Alegre 2001.
Per tali motivi è importante avviare quanto prima una “fase Costituente” per dar vita ad un Soggetto politico e sociale libero e sovrano, radicale e maturo a cui si possa aderire individualmente in base ad uno Statuto e su un Manifesto-Programma fondamentale, senza abiure e scioglimenti di quanto già è esistente, e che faccia dei territori la cellula (o più modernamente il nodo come lo chiamano i compagni di Macerata) pensante e praticante delle istanze dei bisogni delle lotte di quel territorio.
Questo è urgente non solo alla luce della misera situazione in cui versa la politica e la Sinistra, di fatto inesistente, nel nostro paese ma anche perché “altri” a Sinistra potrebbero cercare di colmare il vuoto attuale attraverso processi costituenti alternativi e confondenti.
Questo processo costituente con protagonista Potere al Popolo è necessario anche in prospettiva delle elezioni europee del prossimo anno, che in assenza di un Soggetto politico di Sinistra radicale maturo ed organizzato nel nostro Paese, potrebbero divenire terreno di scontro se non di scorrerie dei vari Movimenti di Sinistra europei che si stanno organizzando e già scontrando, al contrario potremmo essere noi in Italia finalmente punto di riferimento unificante e propositivo.
Attilio Casagrande
Senigallia Ancona Maggio 2018